Daniele Finzi Pasca e la musica
Puntata del 19 marzo 2023
Leggi tutto
Se c'è una città che - nell'ambito di cultura italiana - più di tutte sembra godere di uno statuto a parte per molti aspetti (la lingua, la cucina e inevitabilmente anche la musica), questa di sicuro è Napoli. Poco importa se - per usare un adagio originale napoletano - «ogne scarrafone è bell'a mamma soja» e a reclamare la diversità e la superiorità della cultura partenopea sono spesso, per spirito di appartenenza, gli stessi napoletani: rimangono alcuni dati di fatto storici che - in certe epoche, in certi ambiti - hanno effettivamente decretato una supremazia napoletana. Molto celebre è infatti il giudizio del magistrato, filosofo, linguista e viaggiatore francese Charles de Brosses che - nel 1739 - definiva Napoli "la capitale mondiale della musica".
Partendo da questo punto, e con un percorso cronologico, Paganini vuol quindi tracciare - nella puntata di domenica 1° maggio - un ritratto musicale della città di Napoli. Prima tappa il celebre intermezzo La serva padrona, che venne rappresentato la prima volta al Teatro San Bartolomeo il 5 settembre 1733 (quindi proprio all'epoca del de Brosses). Sebbene il suo autore fosse nato nelle Marche, è alla città sotto il Vesuvio che il nome di Giovanni Battista Pergolesi è rimasto indissolubilmente legato: vi si era infatti trasferito da giovane per apprendere l'arte musicale e si affermò presto come una delle menti creative più interessanti e inventive di tutta la città. La serva padrona verrà proposta nella lettura di Diego Fasolis alla testa de I Barocchisti e di un cast solistico di prim'ordine: Sonya Yoncheva, Furio Zanasi, Roberto Carlos Gerboles e Pablo Ariel Bursztyn.
Accanto alla tradizione classica e operistica, un'altra caratteristica preminente della musica napoletana è quella della canzone, anche detta "canzone classica": un genere che vien fatto risalire fino al XIII secolo e che ha visto nell'Ottocento una significativa affermazione internazionale, con brani come 'O sole mio, Funiculì funiculà o Fenesta ca lucive divenuti veri e propri standard di riferimento. L'interpretazione del canto classico napoletano è un tema molto dibattuto, e se l'approccio tenorile "pop" negli ultimi decenni ci ha consegnato alcuni esiti piuttosto fragorosi, si sottolinea spesso che il canto autentico dovrebbe essere intimista e quasi sussurrato. Punto di riferimento di questa tendenza è stato Roberto Murolo, che nel 1980 registrava per la RSI un omaggio all'autore classico napoletano Armando Gill.
Mettere d'accordo tutti - o quasi - è opera apparentemente impossibile, soprattutto nelle questioni musicali, e ancora di più in una città dal piacere dialettico come Napoli. Eppure la parabola artistica di Pino Daniele sembra aver tracciato proprio quel percorso impossibile, perfettamente sospeso tra modernità e tradizione; tra pop e canzone classica; tra jazz, rock e world music. Nel 1983 Pino Daniele registrava dal vivo a Zurigo un memorabile episodio della serie RSI Musicalmente. - Giovanni Battista Pergolesi - "La serva padrona" - Roberto Murolo interpreta Armando Gill - Musicalmente - Pino Daniele