Alberghi ticinesi, che fermento!

di Francesca Luvini e Marco Dalla Fiore

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Nel 2021 la pandemia ha favorito l’albergheria ticinese. Le cifre sono ancora parziali, ma finora, mentre il resto della Svizzera continua a soffrire, a Sud delle Alpi c’è il tutto esaurito, o quasi. Una manna tanto inattesa quanto apprezzata, in un settore che negli ultimi 20 anni ha perso migliaia di posti letto e decine di alberghi. Siamo ad un punto di svolta? Difficile dirlo, perché negli ultimi anni le chiusure sono continuate, ma si è anche tornati ad investire. In particolare, fanno tendenza strutture piccole, di charme, con una storia intrigante e dei gestori originali. Nel contempo si affermano anche località “nuove”, dove i turisti non cercano più solo bagni e sole. Cresce l’importanza di un’offerta molto specializzata, legata ad esempio all’enologia, ad uno sport in voga, alla piccola scoperta. Ma cosa funziona e dove? E cosa succederà una volta svanita la spinta della domanda dopata dalla pandemia? Viaggio di Falò fra nuove locande di fascino, 5 stelle sempre pieni e valli che invece non hanno abbastanza alberghi per rispondere al forte afflusso di turisti.

Ospite in studio Emanuele Patelli, Hospitality Manager, Ticino Turismo.

 

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