Gli effetti della guerra

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Il 24 febbraio scorso, quando le truppe russe sono entrate in Ucraina, in pochi immaginavano che le conseguenze sarebbero state così pesanti: migliaia di civili uccisi, milioni di profughi, città intere rase al suolo. Una brutalità ed una devastazione che hanno sconvolto l’Europa. Lo choc non è stato solo psicologico; ma mano che le settimane sono passate il braccio di ferro economico con Mosca ha fatto lievitare il prezzo delle materie prime: il grano, la benzina e il ferro costano molto di più, la guerra ha messo in moto un rialzo generalizzato dei prezzi, alimentato da un effetto domino e dalla speculazione.

 

Negli ultimi due mesi i prezzi di alcuni prodotti sono aumentati del 50%.

La guerra ci è arrivata in casa anche attraverso le persone che hanno lasciato tutto per fuggirla: i profughi. Il Ticino si è dimostrato tra i Cantoni più solidali nei loro confronti; ospitiamo quasi mille persone in più rispetto alle quote previste. In generale l’accoglienza, sia pubblica che privata, funziona, ma non mancano problemi da risolvere: dal livello di contributi, a quello della scolarizzazione, al mercato del lavoro.


Falò racconta gli effetti del conflitto con tre servizi: uno realizzato sul teatro di guerra e gli altri due nella Svizzera Italiana, dedicati rispettivamente, alla questione economica e quella relativa ai profughi.

 

Ospite in studio: Barbara Antonioli Mantegazzini, prof. facoltà scienze economiche (USI) e vice direttrice dell'Istituto di ricerche economiche.(IRE)