Ho preso il radar

di Michele Andreoli

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Dal 2008 il numero di controlli della velocità in Ticino è più che raddoppiato. Ogni anno grazie alle infrazioni ai limiti di velocità, nelle casse del Cantone e dei Comuni affluiscono almeno 20 milioni di franchi. Si tratta di misure necessarie per indurre gli automobilisti a rispettare il codice della strada o di provvedimenti vessatori, finalizzati a incrementare le entrate di Comuni e Cantone, in un momento difficile per le finanze pubbliche?

Sono questi gli estremi del dibattito che infuria sull’impiego dei radar per individuare chi non rispetta i limiti di velocità. La polemica è ulteriormente alimentata dall’inasprimento delle sanzioni per chi viola il codice stradale previsto dal programma federale “Via sicura”.

Ma anche dalla presenza, alla testa del Dipartimento responsabile della sicurezza del traffico, di un ministro appartenente a un movimento politico che per anni aveva fatto della lotta ai radar la propria bandiera. Nel 2008 il fondatore della Lega dei Ticinesi Giuliano Bignasca era stato condannato a una multa di 6.000 franchi per aver istigato i lettori del Mattino della Domenica a smontare i radar e portarli alla sede del movimento in via Monte Boglia. Oggi, nonostante il cambiamento alla testa del Dipartimento delle istituzioni, il numero dei radar e quello dei controlli di velocità non è diminuito.

Ospiti in studio il Consigliere di stato Norman Gobbi e il granconsigliere Fiorenzo Dadò.