È il 25 ottobre quando la Novartis, come un fulmine a ciel sereno, annuncia il taglio di 2.000 posti di lavoro, di cui almeno 1.080 in Svizzera. Mentre a Basilea saranno singoli reparti del colosso farmaceutico ad essere soppressi, a Nyon è invece prevista la chiusura dell’intero stabilimento con una pesante ripercussione sui posti lavoro nell’indottoa livello nazionale. L’indignazione tra i dipendenti è grande. Infatti la multinazionale, contemporaneamente all’annuncio del taglio del 9% dei posti di lavoro in Svizzera, ha dichiarato di aver conseguito nel terzo trimestre del 2011 un utile netto di 2,2 miliardi di franchi, in crescita del 7 per cento. Ma sulle sorti dei dipendenti della Novartis non è ancora detta l’ultima parola, infatti, dopo diverse grandi manifestazioni e lo sciopero nello stabilimento di Nyon, il rischio di una perdita d’immagine è un fattore che potrebbe far tornare l’impresa sui suoi passi. Tuttavia, Novartis non è l’unica impresa chimica ad annunciare licenziamenti. I sindacati parlano di un vero e proprio smantellamento di uno dei settori economici più importanti della Svizzera.