Liberi di circolare

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Dumping salariale sul cantiere del nuovo centro culturale di Lugano. Ma non si tratta di un’eccezione, i dati pubblicati nei giorni scorsi dalla Direzione del lavoro della Confederazione destano preoccupazione: secondo le rilevazioni delle commissioni paritetiche, il 38 per cento delle aziende che hanno distaccato lavoratori in Svizzera non hanno rispettato le condizioni salariali vincolanti stabilite nei contratti collettivi di lavoro. La situazione è particolarmente tesa nei cantieri edili, soprattutto lungo la frontiera con la Germania, dove si segnala tra l’altro una cospicua presenza di operai distaccati provenienti dall’ex Germania dell’est. L’Unione sindacale svizzera minaccia il referendum contro i bilaterali se dovesse aumentare la pressione sui salari e teme che la Svizzera a seguito della attuali trattative con Bruxelles debba accettare notevoli peggioramenti delle misure di accompagnamento. Infatti, l’Ue ha avanzato una richiesta ben precisa: vuole un’applicazione dinamica degli accordi bilaterali, imponendo anche l’adozione delle sentenze della Corte di giustizia europea. Che cosa questo comporti per la Svizzera, Falò lo ha documentato nei pressi di Hannover, dove a seguito di una tale sentenza sono stati, di fatto, annullati i salari fissati dai contratti collettivi.