Lo sci appeso a un filo - Da grande sogno di diventare…
di Marzio Pescia e Luca Marcionelli - di Flavia Baciocchi e Luca Marcionelli
Lo sci appeso a un filo
Obbligo di portare la mascherina in coda agli skilift e in tutti gli spazi d’attesa, distanziamento sociale, teleferiche e funivie riempite solo per due terzi delle loro capacità. Basteranno queste regole per permettere a turisti ed appassionati di godersi l’inverno della seconda ondata del coronavirus sulla neve e sugli sci? In Svizzera per il momento si vuole credere di sì tanto che, a differenza di tutti i Paesi che ci circondano, la stagione dello sci è partita proprio in questi giorni. Ma la discussione era e resta infuocata, dentro e fuori i nostri confini: quanti rischi è giusto assumersi per soddisfare la voglia di montagna di parte della popolazione e permettere alle stazioni turistiche di beneficiare dell’indotto economico dello sci? Falò ha seguito la preparazione alla stagione in diverse stazioni sciistiche in Ticino e nei Grigioni. Tra norme in continua evoluzione e scenari più o meno restrittivi. Le speranze, i timori e le responsabilità degli operatori turistici che, nonostante tutto, vogliono credere in quest’inverno appeso a un filo.
Ospite in studio il giornalista Fabio Pontiggia
Da grande sogno di diventare…
Entrare nel mondo del lavoro, come apprendista o al termine di un periodo di formazione è sempre una sfida. E quest’anno la prova è particolarmente difficile a causa della pandemia. Le aziende sono incerte sul futuro che le attende e quindi esitano prima di aprire le porte ai giovani in cerca di una formazione. Poi, come se non bastasse, diversi posti di lavoro sono andati persi. Alla fine comunque, anche grazie ai diversi operatori del settore, oggi la situazione è meno grave di quanto si sarebbe potuto pensare.
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