CRIPTO-BALLE
di Nuria Biuzzi, Valerio Scheggia
Società ticinesi promettono lauti guadagni investendo nel mondo delle cripto valute: risultato? C'è chi ha perso decine di migliaia di franchi.
Rendite facili, guadagni da capogiro, il tutto magari stando comodamente seduti sul divano, o quasi: intorno al mondo delle criptovalute - materia complessa, ma di cui tutti sembrano esperti - si moltiplicano miraggi, promesse, leggende.
E proprio Lugano, che ambisce a diventare capitale europea delle criptovalute con il suo famoso Plan B, sembra attrarre come calamita non solo professionisti del settore, ma anche furbetti, improvvisati cripto-imprenditori, o agenti di società di "marketing multilevel" che, pur di reclutare investitori sui quali guadagnano laute commissioni, arrivano a spararle davvero grosse.
Patti chiari ha raccolto le testimonianze di chi ha perso migliaia, o addirittura decine di migliaia di franchi, credendo alle promesse di una società luganese, nel frattempo andata a gambe all'aria: i grandi profitti (che dovevano arrivare dal noleggio di apparecchiature informatiche per produrre moneta virtuale, ma anche dal passaparola per reclutare altri investitori) sono svaniti nel nulla, insieme al denaro investito.
E per una società che chiude, altre aprono i battenti nella città del Plan B. Ma non tutti si lasciano accalappiare dal miraggio di arricchirsi con poco sforzo e niente rischi. Capita allora che qualcuno si insospettisca e contatti Patti chiari per fare chiarezza.
E noi ci siamo presentati, come potenziali investitori, a un agente di spicco di una società luganese attiva nel mondo delle criptovalute e in quello del marketing multilivello. E tra contraddizioni, equivoci, e vere e proprie frottole una cosa è certa: non siamo diventati ricchi.
I MODERNI "SCHIAVI" DELL'INTELLIGENZA ARTIFICIALE
di RTS/ A Bon Entendeur
La condizione inedita e sconvolgente dei proletari dell'AI
L'intelligenza artificiale - AI - si è intrufolata nella nostra vita quotidiana con una rapidità sorprendente, stravolgendo le nostre abitudini. Pochi però sanno che dietro questa rivoluzione tecnologica si nasconde un "esercito" invisibile: milioni di lavoratori, spesso precari e sottopagati, che alimentano e addestrano gli algoritmi. Il Kenya è uno dei centri internazionali dove vengono svolti i compiti più ingrati legati all'AI. Piccole imprese, ma anche giganti come Meta, ChatGPT, Tesla o TikTok delocalizzano nel paese africano una parte considerevole di questo lavoro essenziale per il funzionamento dell'IA generativa. Un'attività ripetitiva e faticosa, fino a 18 ore al giorno, per un salario da fame! E non è tutto. Molti di questi lavoratori sono esposti al peggio del web: immagini "tossiche" infarcite di pedopornografia e violenza da far accapponare la pelle. E così rischiano di rimetterci anche la loro salute mentale. Venerdì a Patti Chiari: i retroscena inediti e sconvolgenti dell'intelligenza artificiale.
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