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La battaglia per la cover di Nevermind non è finita

La storia della copertina più famosa dei Novanta e gli ultimi sviluppi della causa intentata a trent'anni di distanza da Spencer Elden, il "Nirvana Baby". Di Michele R. Serra

  • 8 September 2022, 16:17
  • 14 September 2023, 07:20
  • MUSICA
  • POP & ROCK
Nirvana-Nevermind


Spencer Elden ha trentun anni, come il disco più famoso del rock americano dei Novanta. E vuole un paio di milioni di dollari dagli ex-Nirvana. Spencer è salito agli onori delle cronache solo nel 2021, da quando ha deciso di fare causa ai membri superstiti della band
Dave Grohl e
Krist Novoselic, alla
Kurt Cobain Estate, all'ex moglie di Cobain,
Courtney Love, al fotografo Kirk Weddle, e a qualcuno degli allora manager della Geffen Records. Perché? Molto semplice: il bambino su quella cover storica è lui.

Copertina-25-anni-dopo-Nirvana

La causa infinita ai Nirvana per la cover di Nevermind
I giornali lo chiamano Nirvana Baby: aveva quattro mesi quando è stato ritratto nudo e immerso nell'acqua di una piscina, mentre osserva la banconota da un dollaro che gli fluttua davanti attaccata a un filo da pesca. Oggi Elden sostiene che i suoi genitori non abbiano mai firmato una liberatoria che autorizzasse l'uso della sua immagine sulla copertina, e – soprattutto – che quell'immagine costituisca pornografia infantile. “Le immagini contenute nell'album hanno esposto al pubblico parti intime del corpo di Spencer e ne hanno mostrato in modo lascivo i genitali”, si legge nelle carte legali depositate in California. E anche se le foto non sessualizzate di bambini non sono generalmente considerate pedopornografiche dalla giurisprudenza statunitense, l'avvocato di Elden, Robert Y. Lewis, ha sostenuta che l'inclusione della banconota da un dollaro (aggiunta in post-produzione dopo che la fotografia era stata scattata) assimila il neonato “a un sex worker”.

Il 6 settembre Spencer Elden si è nuovamente appellato contro la decisione del giudice distrettuale Fernando M. Olguin, che venerdì scorso l'aveva archiviata. A dire il vero il giudice aveva già tentato di archiviare il caso a gennaio, dopo che gli avvocati di Elden non avevano rispettato la scadenza per presentare un'opposizione alla mozione di archiviazione presentata dagli ex-Nirvana. Ma agli avvocati di Elden è stato concesso di presentare una seconda denuncia a causa di alcuni difetti presenti nella mozione di archiviazione stessa. Al di là dei cavilli legali, però, è probabile che anche l'ultimo appello di Spencer verrà respinto.All'interno delle memorie difensive presentate negli ultimi mesi dai Nirvana, si sostiene che Elden abbia passato decenni a cercare di trarre profitto da quella foto, e ne sia addirittura orgoglioso. “Si è presttao a rimetere in scena la fotografia in cambio di un compenso” - si legge tra le carte processuali - “molte volte; si è fatto tatuare il titolo dell'album "Nevermind" sul petto; è apparso in un talk show; ha autografato copie della copertina dell'album poi messe in vendita su eBay; e ha usato quella foto per cercare di rimorchiare donne” (sic).

Nevermind, la storia della copertina che ha dato la fama ai Nirvana
La piscina, il bambino, un dollaro come esca. La copertina di Nevermind, oper del designer Robert Fisher e del fotografo Kirk Weddle, è oggi parte della collezione del MoMa di New York. Ma nei primi mesi del 1991, i Nirvana erano ancora una band semi-sconosciuta, e lo stesso Fisher era solo un ragazzo fresco di diploma che lavorava alla Geffen Records. Appassionato di rock alternativo, Fisher aveva sentito qualche canzone dei Nirvana, e aveva chiesto di poter lavorare con quella band che considerava promettente.

Al primo incontro con Kurt Cobain, il cantante gli aveva detto di essere affascinato dai bambini nati con parto acquatico, e che voleva qualcosa del genere per la copertina. Così Fisher si era messo alla ricerca di un'immagine – ovviamente, senza internet. Era andato nella libreria locale a sfogliare libri di puericoltura per cercare di trovare delle foto, ma non era riuscito a trovare la fotografia di un parto che potesse essere pubblicata sulla copertina di un disco: tutte troppo forti. Così aveva spulciato gli annunci di lavoro sul giornale locale e contattato Kirk Weedle, un fotografo che si dichiarava specializzato in immagini di “corpi umani sott'acqua”.

La settimana successiva, Weddle aveva riunito cinque neonati e i rispettivi genitori nella piscina olimpionica dell'Aquatics Center di Pasadena: madri e padri si passavano i bambini a turno, di fronte all'obbiettivo. Infatti, se si osserva attentamente l'immagine finale finita sulla cover di Nevermind, si può vedere l'impronta della mano del genitore rimasta sulla pelle del petto del bambino, nel punto in cui lo teneva prima di spingerlo verso la madre, dall'altra parte. Il sito milanote.com mostra diverse immagini di prova scattate da Weddle quel giorno.
È invece Entertainment Weekly, nel 1992, a raccontare per primo la storia di quella foto: nell'articolo firmato da Michele Romero si legge: “Per la sua avventura acquatica, Spencer è stato pagato 250 dollari (tariffa oraria standard per un modello sconosciuto) e in seguito ha ricevuto in regalo il triplo disco di platino ottenuto da Nevermind, direttamente da Ed Rosenblatt, presidente della Geffen Records. Il disco è esposto nel soggiorno di casa della sua famiglia, a Los Angeles. E un poster di Nevermind è appeso sopra il suo lettino. Il padre, Rick Elden, dice che il bambino per ora è "piuttosto indifferente alla musica". Forse da grande diventerà un critico musicale.”
Oggi invece Spencer Elden è un pittore, noto quasi solo per aver fatto da assistente allo street artist Shepard Fairey. E per aver fatto causa ai Nirvana.

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