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“Una decisione terribile e devastante”

Il presidente USA Joe Biden di nuovo all’attacco della Corte Suprema e della sentenza sull’aborto – Manifestazioni e scontri in diverse città; auto sulla folla in Iowa

  • 25 giugno 2022, 22:02
  • 23 giugno 2023, 20:40
"Garantire l'accesso alle pillole abortive e il diritto a spostarsi da uno Stato all'altro per sottoporsi all'interruzione di gravidanza"

"Garantire l'accesso alle pillole abortive e il diritto a spostarsi da uno Stato all'altro per sottoporsi all'interruzione di gravidanza"

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Di: ATS/ANSA/dielle

Una decisione "devastante", "terribile", "scioccante". Il presidente americano Joe Biden continua ad attaccare la Corte Suprema sull'aborto mentre firma la prima significativa stretta sulle armi e vola in Europa per i vertici di G7 e Nato, lasciando un'America attraversata dalle proteste e spaccata tra gli Stati che hanno già imposto il divieto all'interruzione di gravidanza e quelli che si candidano a diventare un porto sicuro per le donne.

"La decisione presa dalla Corte Suprema è devastante e dolorosa", ha insistito il presidente dalla Roosevelt Room della Casa Bianca con la First Lady Jill al suo fianco. Biden ha voluto assicurare che la sua amministrazione compirà passi concreti per tutelare i diritti riproduttivi delle donne. Innanzitutto garantendo l'accesso alle pillole abortive, quindi proteggendo il diritto a spostarsi da uno Stato all'altro per sottoporsi all'interruzione di gravidanza.

La Corte Suprema ribalta la sentenza sul diritto di aborto

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A poche ore dalla sentenza della Corte sono già undici gli Stati che hanno imposto o ufficializzato il divieto totale: Kentucky, Louisiana, South Dakota, Arkansas, Missouri, Oklahoma, Alabama, North Dakota, Utah e Wisconsin. Nelle prossime settimane potrebbe essere la volta di altri 12 Stati, tra i quali il Texas, che si muoveranno verso un divieto totale o ulteriori limitazioni come ha subito annunciato il governatore della Florida, il repubblicano iperconservatore Ron DeSantis, che intende abbassare il limite consentito da 24 a 15 settimane anche in caso di stupro o incesto.

In tutto sono oltre 26 milioni le donne in età riproduttiva che vivono in queste zone e che potrebbero essere costrette a un esodo amaro e pericoloso. "Queste decisioni dipendono dagli Stati adesso. Ma la mia amministrazione controllerà su come vengono prese e se vengano violate altre leggi impedendo, ad esempio, l'accesso ai servizi sanitari in altri Stati", ha promesso Biden annunciando di aver dato mandato al segretario alla Salute di garantire l'accesso delle donne alla pillola abortiva ed altri farmaci per "l'assistenza riproduttiva" in linea con la Fda.

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Il presidente sa di avere poteri limitati e per questo ha continuato a chiedere agli americani di usare la loro voce alle elezioni di midterm e mandare al Congresso il maggior numero di democratici così da approvare una legge federale che garantisca il diritto all'aborto a livello nazionale. Il problema è che la sentenza della Corte Suprema rende possibile anche un bando a livello nazionale. Per questo il voto di novembre sarà un passaggio cruciale. Nel frattempo agli Stati repubblicani che chiudono le cliniche abortiste rispondono quelli democratici, California e New York in testa, candidandosi a diventare le zone franche dell'aborto, mentre molte aziende assicurano alle dipendenti che pagheranno le eventuali spese di viaggio.

Proteste e scontri in diverse città, auto sulla folla in Iowa

Nel frattempo sono continuate le proteste contro la decisione della Corte Suprema in tutto il Paese. Durante la notte la polizia di Phoenix, in Arizona, ha usato gas lacrimogeni per disperdere una protesta pro aborto. Lo riferisce la Cnn. Secondo gli agenti i manifestanti avevano "ripetutamente preso a pugni la porta di vetro dell'ingresso del Senato".

Durante una manifestazione pro aborto a Cedar Rapids, Iowa, un pick-up si è lanciato contro la folla. Lo riporta il Daily Mail. Una donna è stata ricoverata in ospedale. I video postati sui social media mostrano la macchina che procede contro i manifestanti, soprattutto donne, tra le urla terrorizzate di chi stava partecipando alla dimostrazione.

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Nuove manifestazioni sono poi previste per il weekend in tutti gli Stati Uniti, in piccole e grandi città dal New Jersey, New York, e Pennsylvania fino al Wisconsin, l'Illinois, Texas, New Mexico e California.

83 magistrati non perseguiranno chi cerca o pratica l’aborto

Intanto, un gruppo di 83 magistrati in 28 Stati USA hanno annunciato pubblicamente che non perseguiranno chi cerca o pratica l'aborto. "Non tutti siamo d'accordo a livello personale o morale sulla questione dell'aborto. Ma siamo uniti nella nostra ferma convinzione che i magistrati abbiano la responsabilità di astenersi dall'utilizzare le risorse limitate del sistema legale penale per criminalizzare decisioni personali", si legge in una nota congiunta partita dal procuratore di Los Angeles, George Cascon.

Tra i magistrati c'è chi vive ed opera in uno degli Stati che intendono garantire il diritto all'aborto come California e Illinois, ma ce ne sono anche 11 di Stati che hanno già attuato leggi severissime contro l'aborto come Texas, Louisiana e Alabama.

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