Dossier

Atene-Budapest, sola andata

Diario di viaggio tra i migranti lungo la rotta balcanica – di Giovanni Vale

  • 10 September 2015, 08:08
  • 7 June 2023, 10:33
Un sogno, un viaggio

Un sogno, un viaggio

  • keystone

Dal 10 al 16 settembre il radiogiornale della RSI ha accompagnato gli ascoltatori in un lungo viaggio sulla rotta balcanica, che dalla Grecia porta all’Ungheria. Giovanni Vale, giornalista indipendente e collaboratore dell'Osservatorio dei Balcani, ha seguito i migranti in cerca di un rifugio in Europa.

Ogni sera su Rete Uno, attorno alle 18.30, ha raccontato nel suo diario le esperienze di giornata, proponendo anche una voce significativa raccolta lungo questo percorso ad ostacoli. Un'avventura che abbiamo raccolto in questa pagina informativa, nella quale abbiam raccolto tutti i contributi realizzati.

La maggiore apertura dell’Europa occidentale, in seguito all’esempio di solidarietà di Germania e Austria, ha suscitato nuove speranze in coloro che si trovano lungo il cammino e in chi sta progettando di partire dal suo paese, siriani, afghani o pachistani che siano. L’esercito, il filo spinato, i muri e le sanzioni annunciate non solo dall’Ungheria difficilmente riusciranno a far desistere dal loro intento le migliaia di migranti, in cerca soprattutto di un futuro migliore.

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Il diario:

12 settembre 2015

13 settembre 2015

15 settembre 2015

16 settembre 2015

L'ultimo post di Giovanni Vale:

10 settembre 2015

"È al Pireo, al porto di Atene, che inizia la rotta dei Balcani. Su questo immenso molo di cemento, sono sbarcate tra oggi e ieri più di 10.000 persone, traghettate da Lesbo, Kos e dalle altre isole greche. Alle 8.00 di mattina, gli autobus che fanno la spola verso la stazione ferroviaria ronzano già senza sosta...".

Pronti a partire

Pronti a partire

  • Giovanni Vale

11 settembre 2015

"Sul treno che corre da Atene a Salonicco regna il silenzio. La testa appoggiata al finestrino e gli zaini poco lontano, i passeggeri approfittano del viaggio per dormire un po’. Il diretto è partito stamattina alle 7.00 e molti di loro non hanno chiuso occhio per tutta la notte...".

In attesa del treno....

In attesa del treno....

  • Giovanni Vale

"Gevgelija è la prima città macedone che s’incontra oltre il confine greco. Tre settimane fa, è diventata tristemente famosa quando Skopje ha dichiarato lo stato di emergenza inviandovi l’esercito per sbarrare la strada ai rifugiati...".

RG delle 18.30 del 12 settembre 2015; il terzo reportage

RSI Mondo 12.09.2015, 17:46

In Macedonia, appena oltre il confine greco

In Macedonia, appena oltre il confine greco

  • Giovanni Vale

"Dalla città meridionale di Gevgelija fino a Preševo, dove si trova il primo centro di accoglienza serbo, ci sono appena 200 chilometri di strada. Ma senza il passaporto giusto, il tragitto prende tutta la giornata...".

RG delle 18.30 del 13 settembre 2015; il quarto reportage

RSI Mondo 13.09.2015, 18:00

In bus da Gevgelija verso la frontiera serba

In bus da Gevgelija verso la frontiera serba

  • Laetitia Moreni

14 settembre 2015

"Il viaggio attraverso la Serbia, da Preševo a Belgrado è un’altra avventura ferroviaria. Il treno notturno, previsto per mezzanotte, arriva con sei ore di ritardo, quando ormai albeggia...".

A Miksalište i rifugiati possono trovare dei vestiti prima di ripartire

A Miksalište i rifugiati possono trovare dei vestiti prima di ripartire

  • Laetitia Moreni

"La Vojvodina è la regione più settentrionale della Serbia, ed anche l’ultima tappa della rotta dei Balcani prima dell’ingresso in Ungheria e nell’area Schengen. Da Belgrado, decine di autobus partono ogni giorno verso Nord, in direzione di Subotica, Kanjiza o Horgoš - tutte città alla frontiera magiara..." .

La “giungla” di Subotica

La “giungla” di Subotica

  • Giovanni Vale

"La sera in cui il confine ungherese è stato chiuso, gli ultimi rifugiati sono arrivati correndo. 'Avete tre ore di tempo per entrare nell’Unione europea!', si era affrettato a sostenere uno dei volontari all’inizio della marcia. E infatti, a mezzanotte e mezza, il valico di Horgoš è stato sbarrato, costringendo centinaia di persone, tra cui molte donne e bambini, a dormire all’addiaccio...".

Tutti vogliono superare il confine

Tutti vogliono superare il confine

  • Giovanni Vale

Da Atene a Budapest ci sono 1’500 chilometri e forse altrettante combinazioni di autobus, taxi, treni, auto private e percorsi a piedi per risalire verso Nord. E’ la ‘rotta dei Balcani’, come l’ha definita Frontex, sulla quale transitano ogni giorno, da mesi, migliaia di studenti, dottori, disoccupati, bambini e anziani. Un mosaico di storie, nazionalità e profili diversi, che nel corso di dieci giorni di viaggio ho potuto incontrare e raccontare."

"A Belgrado, dove Alì si riposava prima di ripartire, ancora ammalato. Su un autobus a metà Macedonia, dove il giovane Alaa immaginava con fiducia il proprio futuro. O sulla frontiera greco-macedone, dove il dottor al-Houssein osservava con un po’ di amarezza i colleghi della Croce Rossa, che a differenza sua possono ancora esercitare il mestiere. Pessimisti o ottimisti, eccitati o sfiancati dal viaggio, avevano tutti in comune uno stesso tratto, una quotidianità diventata insostenibile e che cercano di superare dopo aver messo da parte le economie di tutta una vita."

"Per qualche giorno, ho condiviso con loro la frustrazione, le aspettative e le difficoltà della strada, tra autorità ottuse e complicazioni di ogni tipo. Ma per fortuna, incontrando anche attivisti, associazioni e cittadini pieni di comprensione e solidarietà. Una lunga e tormentata corsa a ostacoli verso l’Europa che, nonostante la sua inazione o la sua aperta opposizione, continua ad essere sinonimo, per queste persone in fuga, di un luogo di pace e prosperità”.

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