Dossier

Berlino zero zero sette

BerlinalBlog 6: non si finisce mai di spiare

  • 10 febbraio 2015, 20:00
  • 4 settembre 2023, 16:22
La presunta sede del nuovo Spymuseum Berlin

La presunta sede del nuovo Spymuseum Berlin

  • lorenzo buccella/RSI

Presente la scena iniziale con James Bond che esce dal mare, si toglie la tuta da sub e sotto c’è l’elegante smoking bianco con fiore rosso all’occhiello? Ora, immaginatela proiettata sugli schermi della Berlinale, ovvero nella città dove le spie sono state tante e familiari almeno quanto parenti e vicini di casa. E ancora una volta il cortocircuito è fatto, perché subito la riproposizione nella sezione “Classics” di un film-cult, fresco di restauro, come Agente 007, missione Goldfinger si fa evento-vintage, non senza lasciare ombre sul terreno. Del resto, basta frugare tra le novità che dovrebbero insediarsi tra breve a Berlino e proprio in Leipziger Platz, a un tiro di schioppo dal quartier generale del festival, le informazioni dicono, sorgerà nel 2015 un nuovo museo a tema. Lo Spymuseum Berlin, un museo dello spionaggio. Ci andiamo ma quando arriviamo all’indirizzo preciso trovato in rete, nessuna traccia. A Berlino però anche il destino sembra essere un po’ spia e proprio in quel momento passa davanti a noi una postina, col carretto giallo della Deutsche Post. “Sono ancora indietro con i lavori” ci ragguaglia “comunque si sono spostati, non saranno più al 7 ma al 9 di Leipziger Platz, dove ci sono i cartelli con la scritta già affittato”.

I locali ancora vuoti in Leipziger Platz 9

I locali ancora vuoti in Leipziger Platz 9

  • lorenzo buccella/RSI

Due passi e finalmente ci troviamo lì, davanti alle insegne del “Vermietet”, ampie vetrate in cui si intravedono le sale e i corridoi destinati molto probabilmente a ospitare il misterioso museo. Tutte vuote almeno quanto vuote sono le novità che riusciamo a raccogliere telefonando all’associazione a capo dell’impresa. “Vi posso dire solo quanto c’è scritto sul sito” continua a ripeterci una voce femminile non troppo garbata. Ed è un po’ come se l’oggetto del museo diventasse anche il suo modo di comunicare. Eppure, il sito grida di “un’esposizione unica al mondo” con la storia della guerra fredda vista attraverso il regno oscuro dei servizi segreti. Il tutto, accompagnato a mo’ di incipit, dalla storica citazione di Napoleone per cui “una spia al posto giusto vale più di 20mila uomini in campo”. Sarà, ma intanto di certo c’è che, grazie al suo passato, il supermarket spionistico di Berlino continua a lucidare i suoi itinerari e le sue vetrine. Dal famoso ponte delle spie, il Glienicke, al vasto arcipelago di edifici ex-Stasi come il Palazzo delle lacrime (il Tränenpalast), lì a testimoniare come i luoghi di confine tra est e ovest fossero anche una linea di tangenza tra giochi e doppi-giochi.

Il Checkpoint Charlie con il bar che ha sostituito il vecchio Café Adler

Il Checkpoint Charlie con il bar che ha sostituito il vecchio Café Adler

  • lorenzo buccella/RSI

Un discorso che vale anche per un altro must turistico, come il Checkpoint Charlie, ai piedi del quale una volta c’era un locale storico di “barbe finte” come l’Adler, ora riconvertito in un banale Einstein Kaffee. “È da sette anni che è stato cambiato” ci dice il cameriere “del vecchio bar sono stati mantenuti solo soffitti, lampadari e orologio a muro, nulla più”. Viaggio nella storia che di colpo, però, salendo verso la zona Nord del Mitte, e più precisamente in Chausseestrasse, incoccia di petto nel presente. “Quelli lì che vedi al di là delle inferriate, sono tutti i palazzi della nuova sede della BND,
Bundesnachrichtendienst, i servizi segreti tedeschi”. A parlarci così, è un abitante della zona. Capelli lunghi, mantello, David è un orafo, abita in quella zona e, non a caso, lo incontriamo al chiosco che costeggia la strada dall’altro lato del complesso archiettonico.

La nuova sede della BND, Bundesnachrichtendienst, i servizi segreti tedeschi

La nuova sede della BND, Bundesnachrichtendienst, i servizi segreti tedeschi

  • lorenzo buccella/RSI

“Sai, loro dicono che fanno tutto per il nostro bene. Spiano, trafficano, disfano, ma a me quelle cose non piacciono, perché penso che dietro ci sia sempre del losco”. D’altra parte, l’imponenza della struttura ti dà subito l’idea di quanto Berlino non sembra aver voglia di abdicare alla sua sua fama di “città degli spioni”. Così, per sostituire la vecchia sede federale di Pollach, vicino a Monaco di Baviera, ecco farsi largo a Berlino questi 260.000 metri quadrati di uffici, capaci, quando tutto entrerà in funzione a pieno regime, di dare scrivanie a oltre 5mila dipendenti. “Come abbiamo reagito nel quartiere? Guarda quel balcone, l’omino col bincolo. Qualcuno con ironia, altri con la preoccupazione che questo trasloco farà salire i prezzi degli affitti”.

Scultura ironica, sul balcone di un condominio, in faccia alla sede della BND

Scultura ironica, sul balcone di un condominio, in faccia alla sede della BND

  • lorenzo buccella/RSI

Mentre siamo ancora sul bordo del cantiere, ci avvicina l’inserviente alla sicurezza, intimandoci con gentilezza di non fare foto, segno che le costruzioni non sono ancora ultimate, ma le attività là dentro non si fanno certo attendere. Dallo spionaggio industriale a quello politico, come dimostra la vicenda Snodwen e, in particolare, lo scandalo di qualche tempo fa delle talpe americane della Nsa infiltrate nell’intelligence tedesca. “Qui a Berlino si continua a spiare come prima e forse più di prima, solo che i metodi sono cambiati e il campo di battaglia è la rete” ci racconta un giovane che vuole rimanere rigorosamente anonimo. “Proprio per questo la zona di Neukölln pullula di posti in cui si ritrovano gruppi di hacker che combattono una battaglia in difesa della privacy su internet”. “L’altro giorno” continua “ho letto che qui a Berlino aprirà anche un museo di internet. Lo fa un’associazione no-profit, ma temo che l’intento sia turistico. Una cosa però è sicura: la sicurezza in rete non esiste adesso, non è mai esistita né potrà esistere.”

Lorenzo Buccella

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