Economia e Finanza

Breivik: "sì lo rifarei ancora"

Il pluriomicida evoca l'esistenza di altri 2 estremisti

  • 17 April 2012, 14:41
  • 5 June 2023, 16:04
Processo Anders Breivik, Oslo, Norvegia, 17.4.2012, Ky_.JPG
  • KEYSTONE

Nel secondo giorno del processo contro il pluriomicida norvegese Anders Breivik il giudice popolare, che aveva invocato su internet la pena di morte per Breivik, è stato ricusato dai giudici, che hanno esaminato la richiesta avanzata da accusa, difesa e parti civili.

"Non erano ragazzi innocenti"

Il processo, dopo una sospensione di mezz'ora, è ripreso con la sostituzione del giurato: la corte risulta composta da 2 giudici professionisti e 3 giurati popolari. Il tribunale ha quindi autorizzato Breivik a leggere una sua dichiarazione: "sì lo rifarei ancora" ha affermato l'imputato 33enne reo confesso dell'uccisione di 77 persone ad Oslo e Utoya lo scorso 22 luglio. Secondo Breivik i 69 giovani socialisti uccisi sull'isola di Utoya "non erano ragazzi innocenti ma militanti politici. Finire la propria vita in prigione o morire per il proprio popolo è l'onore più grande" ha ancora affermato l'uomo.

Una rivoluzione violenta

All'inizio della sua dichiarazione l'imputato ha affermato d'aver "alleggerito la retorica" del suo intervento per rispetto delle vittime ma poco dopo ha affermato che "ho messo in atto il più sofisticato e spettacolare attacco politico commesso in Europa dalla Seconda Guerra Mondiale. Uccidere 70 persone può impedire una guerra civile" ha proseguito; "le persone che mi giudicano diabolico confondono il fatto di essere diabolico con l'essere violenti. Quando è impossibile realizzare una rivoluzione pacifica la sola opzione che ci rimane è la rivoluzione violenta". La presidente della Corte ha dovuto intervenire più volte per ricordare a Breivik il suo impegno a rispettare le vittime della sua carneficina.

Un'organizzazione inesistente

L'imputato, che ha spesso utilizzato il pronome "noi", ha ancora affermato di parlare in qualità di Comandante di un movimento norvegese ed europeo di resistenza anticomunista e anti-islamico chiamato i "Cavalieri templari". Ieri, l'accusa aveva smentito l'esistenza di una simile organizzazione non avendone trovato la benché minima traccia.

"Chiedo l'assoluzione"

Breivik ha inoltre accusato il Governo norvegese ed il resto dell'Europa di favorire l'immigrazione ed il multiculturalismo: "gli attacchi del 22 luglio sono stati attacchi preventivi per difendere i norvegesi d'origine". Il 33enne ha quindi concluso il suo intervento durato oltre un'ora affermando "d'aver agito in una situazione d'emergenza in nome del mio popolo, della mia cultura e del mio Paese; per questo chiedo la mia assoluzione".

Altre 2 cellule

Anders Breivik, dopo aver concluso la sua dichiarazione ha risposto ad alcune domande del Pubblico ministero ed ha l'esistenza di "altre 2 cellule" autonome ciascuna costituita da un singolo individuo. Il termine "comandante", usato da Breivik si riferisce a "una persona che ha un'autorità e collegamenti con altre 2 cellule", ha spiegato l'estremista di destra davanti al tribunale di Oslo.

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