Economia e Finanza

Giro di vite ai subappalti selvaggi

Anche la Commissione del Nazionale è favorevole

  • 22 ottobre 2012, 19:46
  • 6 giugno 2023, 11:00
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  • �Ti-Press/Samuel Golay

Gli imprenditori svizzeri del settore della costruzione potrebbero essere chiamati ad assumersi la garanzia per le condizioni di lavoro praticate dai loro subappaltatori europei. Come il Consiglio degli Stati, anche la Commissione dell'economia e
dei tributi della Camera del Popolo è intenzionata a rafforzare il dispositivo contro il dumping salariale.

14 favorevoli, 8 contrari e 2 astenuti

La decisione, indicano i Servizi del parlamento, è stata presa con 14 voti contro 8 e 2 astensioni. In un comunicato il sindacato UNIA ha espresso la propria soddisfazione.

In sostanza, il padronato dovrebbe rispondere solidalmente per tutti gli imprenditori e subappaltatori che si succedono in una catena contrattuale. Questo dispositivo dovrebbe applicarsi soltanto ai settori della costruzione, del genio civile e delle rifiniture edili, ai quali si rimprovera d'essere responsabili della maggior parte dei casi di dumping salariale.

Il punto di vista della maggioranza e della minoranza della Commissione

Per la maggioranza della commissione il dumping non soltanto penalizza i salariati, ma nel contempo costituisce una concorrenza sleale nei confronti delle piccole e medie imprese svizzere che rispettano i minimi contrattuali.

La minoranza commissionale propone invece misure meno incisive: l'azienda che si aggiudica un appalto dovrebbe semplicemente far firmare al subappaltatore un documento in cui esso si impegna ad attenersi alle condizioni di lavoro elvetiche. Sull'argomento il Consiglio nazionale si esprimerà nel corso della sessione invernale.

In settembre, il Consiglio degli Stati aveva deciso a sorpresa di intervenire per arginare i casi di dumping praticati nei cantieri. Con 22 voti contro 18, la Camera dei Cantoni aveva sconfessato la propria commissione preparatoria, che sollecitava lo status quo.

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