Gli aeroporti svizzeri, che normalmente vivono la loro alta stagione durante il periodo delle ferie estive, a causa della pandemia stanno attraversando quest'anno settimane molto più tranquille. La riapertura delle frontiere dal 15 giugno ha fatto ripartire il traffico, ma la ripresa è lenta. Nel 2019, ha calcolato per esempio RTS, fra metà giugno e metà luglio c'erano stati 12'583 movimenti aerei commerciali a Ginevra. Dodici mesi dopo, nel medesimo periodo ne sono stati contati 2'071. I due principali vettori presenti a Cointrin, EasyJet e Swiss, sono passati rispettivamente da 4'516 a 696 e da 2'535 a 625 collegamenti. Il volume totale è quindi ridotto al 16% rispetto al passato: "Non possiamo controllare dove si può viaggiare e dove no", si giustifica Lorenzo Stoll, direttore di Swiss per la Romandia.
La compagnia elvetica di proprietà di Lufthansa serviva una sessantina di destinazioni, scese a 24 concentrate essenzialmente in Grecia, Spagna e Portogallo. Misure sanitarie e divieti imposti dalle autorità dei vari paesi complicano la vita di chi pianifica le rotte e l'evoluzione della domanda ha effetti anche a breve termine. "Quando è forte può indurre a utilizzare un aereo più grande, quando è debole a concentrare due voli (quelli del mattino e della sera) in uno solo", ha spiegato Stoll a RTS. I passeggeri possono ritrovarsi così costretti a cambiare anche in extremis i loro piani per le vacanze.
La situazione non è diversa a Basilea e a Zurigo. Il primo sabato di luglio Kloten ha accolto quest'anno solo un quarto dei passeggeri che vi erano transitati alla medesima data di un anno fa.