Lavoro, mobilità in crescita

Negli Stati Uniti il fenomeno è stato ribattezzato the great resignation, e da mesi i media analizzano l'ondata di dimissioni spontanee da parte dei lavoratori. Una scelta accelerata dalla pandemia, ma dovuta soprattutto alla ripresa economica, spiega Jay Zagorsky della Questrom School of Business di Boston: "Il picco di dimissioni è arrivato a novembre: 4,5 milioni di americani hanno lasciato il lavoro in un solo mese, è praticamente come se tutti i lavoratori svizzeri a novembre avessero dato le dimissioni", racconta a Tempi Moderni, il magazine economico della RSI.

Anche nel 2022 i numeri sono rimasti su livelli record, ma secondo Zagorsky il fenomeno è dovuto soprattutto all'alto numero di posti di lavoro disponibile, ed è particolarmente visibile tra i giovani e in alcuni settori quali ristorazione e commercio al dettaglio.

In Svizzera, nell'ultimo anno, si è passi dal 10% al 15% di lavoratori che cambiano impiego ogni anno, sostiene Marco Salvi, economista di Avenir Suisse che ha analizzato la mobilità sul mercato del lavoro: " È una cifra che avevamo anche prima della pandemia non è da record, ma è una cifra elevata".

Nella Confederazione, dunque, non si può parlare di great resignation, ma specialmente in alcuni settori la competizione per attrarre e trattenere i collaboratori è alta, e spesso si traduce nell'offerta di maggiore flessibilità sull'orario e sulla modalità di lavoro.

Con l'aumento dell'inflazione e le conseguenze economiche della guerra in Ucraina anche negli Stati Uniti l'ondata di dimissioni, secondo Zagorsky, potrebbe però presto terminare: "Quando l'economia va male la gente non dà le dimissioni, ma si tiene il lavoro che ha".

Questo e altri temi sono stati affrontati dalla trasmissione Tempi Moderni (#rsitempimoderni) il magazine economico della RSI in onda ogni domenica alle 21:55 si RSI LA1. La trasmissione è disponibile anche online: