Economia e Finanza

Preventivo, reazioni critiche dei partiti

La manovra del governo non convince le forze politiche

  • 16 ottobre 2012, 20:34
  • 18 giugno 2023, 09:10
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Non sembra raccogliere grandi consensi tra le forze politiche il preventivo illustrato questa mattina nella sala del Gran Consiglio a Bellinzona dal Consiglio di Stato. A partire dal partito che nell’esecutivo ha la maggioranza relativa, la Lega dei ticinesi, che si è vista sostanzialmente bocciare l’iniziativa in favore di sgravi fiscali.

Lega: mancano provvedimenti seri contro la crisi

“Si ha l’impressione che il governo abbia raschiato il fondo del barile ma non è così”, sostiene Attilio Bignasca che lamenta l’assenza di misure a sostegno dell’economia. “Fino a quando si naviga a vista e non si prendono seri provvedimenti contro la crisi restiamo al punto di partenza”, aggiunge il capogruppo.

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PLR: occorre unità d'intenti

“La situazione è difficile dal profilo finanziario e interviene in un periodo in cui lo Stato dovrebbe fornire le risorse necessarie per alleviare i disagi sociali” creati dall’attuale congiuntura, osserva il liberale radicale Christian Vitta. La questione identificata dal capogruppo PLR consiste nel verificare se “l’unità di intenti in governo potrà tradursi in un’analoga unità tra i partiti”.

PPD: si poteva fare molto di più

Severo il giudizio del popolare democratico Fiorenzo Dadò che si aspettava “misure più incisive contro il deficit che avrebbe dovuto stabilizzarsi al massimo intorno ai 120-130 milioni di franchi”. Si poteva insomma “fare molto di più, anche perché ora in commissione inizierà il solito tira e molla” e “i provvedimenti, già di per sé insufficienti, verranno dimezzati”.

PS: taglio sui salari inaccettabile

Preoccupazione per il disavanzo strutturale viene espresso anche dal Partito socialista per bocca della capogruppo Pelin Kandemir. Le misure proposte, come quella del taglio del 2% sui salari dei dipendenti pubblici e quello agli enti sociosanitari ed educativi “non sono accettabili e ne dovremo discutere”, precisa l’esponente socialista, preannunciando una forte opposizione del suo partito su questo punto, che potrebbe peraltro essere oggetto di un referendum da parte delle organizzazioni dei lavoratori. Della questione parleranno sicuramente i presidenti dei partiti nell’incontro in agenda venerdì prossimo.

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