“È l’episodio più doloroso della storia della repubblica”. Sono le parole del premier turco Ahmet Davutoglu, dopo il terribile attentato che sabato ha provocato ad Ankara almeno 97 morti e oltre duecento feriti, molti in condizioni critiche. Le vittime sono militanti di sinistra e simpatizzanti filocurdi che stavano partecipando ad una marcia per la pace davanti alla stazione principale.
Migliaia di persone sono scese in strada a Istanbul per protestare contro la violenza nel paese
La duplice esplosione non è stata ancora rivendicata. Secondo il primo ministro, che ha decretato tre giorni di lutto nazionale, i principali sospetti sono: l’organizzazione Stato islamico, i militanti curdi del PKK e gli estremisti di sinistra del Dhkp-c. I Kamikaze, ha affermato ancora Davutoglu, sono stati molto probabilmente due.
L’attacco si è verificato a tre settimane dalle legislative in Turchia. A seguito della tragedia, il PKK ha annunciato un cessate il fuoco unilaterale per il periodo che precede le elezioni.
Alla condanna corale di vari capi di Stato e di governo, si è aggiunta la Casa Bianca: un attacco definito da Washington "depravato", avvenuto durante una manifestazione per la pace.
AFP/ANSA/ludoC
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RG 18.30 del 10/10/2015: il servizio di Chiara Savi
RSI Mondo 10.10.2015, 21:56