"Tutto quello che dice vuol dire tutto". Si chiama così la nuova opera fotografica di Spencer Tunick che ha radunato 100 donne nude, ognuna con uno specchio in mano, in un prato di Cleveland, a poca distanza dalla convention nazionale dei repubblicani, dove verrà consacrato, a partire da lunedì, il magnate Donald Trump come candidato repubblicano alle elezioni presidenziali statunitensi di novembre.
L'installazione è una critica alle dichiarazioni sessiste del magnate, candidato alla presidenza USA
Il fotografo americano scrive sul suo sito che gli specchi impugnati dalle modelle aiutano a comprendere: "le donne sono l'incarnazione della natura, del sole, del cielo e della terra" e invita a fare affidamento "sulla forza, sull'intuizione e sulla saggezza delle donne progressiste e illuminate". Evidentemente in contrapposizione con le famigerate dichiarazioni sessiste di Trump, ripetute in diverse occasioni pubbliche.
In un testo che presenta il progetto viene denunciata anche "la retorica odiosa" all'interno del partito repubblicano nei confronti delle donne e delle minoranze e il fatto che Trump "riesca a far credere a molti americani che l'odio sia accettabile".
ATS/M.Ang.
Dal TG12.30: