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Belgio e Congo verso una riconciliazione

Il re Filippo al parlamento di Kinshasa: rammarico per 75 anni di dominio coloniale - I resti del leader congolese Lumumba verranno restituiti alla famiglia

  • 8 giugno 2022, 15:15
  • 23 giugno 2023, 20:09

Radiogiornale delle 12.30 dell'8.6.2022 - Il servizio di Tomas Miglierina

RSI Mondo 08.06.2022, 14:52

  • keystone
Di: RG

I regnanti del Belgio, Filippo e Matilde, si trovano in questi giorni nella Repubblica democratica del Congo, ex colonia belga allora chiamata Zaire, con una visita al parlamento di Kinshasa per ribadire il profondo dispiacere per le sofferenze inflitte al paese durante i 75 anni di dominio.

I resti di Patrice Lumumba

Oltre a questa visita, il 20 giugno, ci sarà anche l'importante e simbolica consegna da parte di Bruxelles dei resti di Patrice Lumumba, il primo premier del Congo indipendente assassinato nel 1961, che verranno restituiti alla sua famiglia. Si tratta di un dente che l'allora ispettore generale della polizia del Katanga, il belga Gerard Soete, prelevò dal corpo del leader congolese, ucciso il giorno precedente, prima di scioglierlo nell'acido. È stato lo stesso Soete, che non ha mai espresso rimorso, a rivelarlo in un'intervista nel 2000, l'anno della sua morte.

Per ottenere la confisca delle reliquie, gli eredi Lumumba hanno dovuto intentare un'azione giudiziaria conclusasi nel 2016. Lo storico Ludo de Witte, autore di importanti libri sull'assassinio del leader congolese, è stato uno dei consulenti della famiglia. "Il re ha espresso dispiacere per il ruolo del Belgio, ma mi attendo che lo ripeta davanti al parlamento congolese", ha spiegato lo storico ai microfoni della RSI. "Non si è però voluta associare la visita reale con la rimessa delle reliquie, perché queste reliquie sono la prova molto concreta delle responsabilità".

La restituzione dei resti era prevista due anni fa, ma la pandemia ha complicato le cose. Ora che è stata messa in agenda, sarà il primo ministro a recarsi in Congo. È prevista una cerimonia privata e poi un omaggio pubblico."Molto dipenderà da quanto dirà il primo ministro in occasione della restituzione", aggiunge de Witte. "È arrivato il momento di riconoscere la responsabilità e che ci siano non solo scuse, ma anche conseguenze finanziarie, politiche e ideologiche".

Le scuse, sull'onda del caso Floyd

Profondo rammarico per l'era coloniale, ma non ancora scuse, è quanto aveva espresso re Filippo il 30 giugno di 2 anni fa, giorno in cui il Congo celebrava 60 anni di indipendenza, in una storica lettera al presidente Tshisekedi. Sull'onda dell'indignazione sollevata dall'assassinio di George Floyd negli Stati Uniti, decine di migliaia di persone erano scese in piazza anche in Belgio imbrattando le statue di Leopoldo II, padre padrone del Congo dal 1885 al 1908.

"Il caso Floyd e quello che ne è seguito hanno provocato un dibattito al parlamento belga e la creazione di una commissione d'inchiesta sul passato coloniale - spiega lo storico - ma il lavoro va a rilento. È arrivato il momento per il mondo politico di riconoscere non solo il male della colonizzazione, ma anche i complotti organizzati alla sua fine contro Lumumba, oppure l'assassinio del premier burundese o l'instaurazione di una dittatura in Ruanda. Tutto questo deve essere riconosciuto. Bisogna tirare delle conclusioni".

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