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"Ci hanno abbandonati"

L'aeroporto di Istanbul nella neve. Diverse centinaia di turisti bloccati, tra loro il giornalista RSI Giuseppe Bucci. La sua testimonianza

  • 9 January 2017, 22:56
  • 8 June 2023, 00:53
Tutti in attesa, grandi e piccini

Tutti in attesa, grandi e piccini

"Un disastro, un lavoro da dilettanti". Il giudizio netto e tagliente è di un comandante (non turco) della Turkish Airlines. Come altri passeggeri è al gate, aspetta la partenza di un aereo che dovrebbe riportarlo a casa a conclusione del turno. Alla fine le ore di attesa saranno 8 e alle 7 di sera ecco servito il verdetto: cancelled. Un verdetto che significa nuove infinite code per recuperare il bagaglio, per procurarsi una nuova carta d'imbarco, per un panino, per un posto in hotel. Ammesso che ci sia. Bivacchi e pisolini improvvisati ormai sono in ogni angolo dell'aeroporto.

Si riparte. Il problema è che gli addetti sono pochi, i viaggiatori moltissimi. Migliaia. Sempre più stanchi ed esasperati. Le informazioni invece sono poche, contraddittorie, assurde. "Andate al desk 215. No passate il controllo passaporti, uscite e ricominciate da capo". Ma al controllo passaporti dicono che servono anche le fotocopie dei documenti, gli originali non bastano. "Le fotocopie del passaporto?" Una richiesta che suscita incredulità, rabbia, qualcuno dà in escandescenza, vediamo un uomo portato via a strattoni dalla polizia.

Via, si deve tornare alla casella di partenza come nel gioco dell'oca. I passeggeri vagano tra un desk e l'altro in cerca di una via di fuga da questo calvario. Intanto si sostengono l'un l'altro raccontando la propria storia. C'è chi è in viaggio da 70 ore, qualcuno anche di più. C'è chi prima di riuscire ad arrivare ad Istanbul è stato dirottato a Gaziantep o Şanlıurfa, poche decine di chilometri dalla Siria, zona sconsigliata da praticamente tutte le diplomazie.

"Turkish Airlines? Scalo a Istanbul? Mai più", lo dicono in molti. E diversi passeggeri, divisi per nazionalità, stanno raccogliendo indirizzi e mail con l'intenzione di esigere un risarcimento al ritorno. Si sentono frasi di questo genere: "Come è possibile essere stati colti alla sprovvista da una nevicata importante si, ma nemmeno tanto?". Oppure: "Ci hanno abbandonati: al gate per tutta la giornata non si è visto nessun addetto dell'aeroporto o della Turkish". E c'è pure chi teme che tanta gente ammassata nell'aeroporto possa attirare l'attenzione dei terroristi. La rabbia monta. Alcuni passeggeri sono stati imbarcati, lasciati a sedere sull'aereo per 3 ore e poi fatti scendere. Molti stanno chiamando le rispettive ambasciate in cerca di aiuto.

Alla fine la domanda è: ma di chi è la colpa di tutto questo? Il comandante passeggero della Turkish scruta il Boeing parcheggiato tra la neve ed elenca gli errori di gestione di questo caos annunciato: mancanza di un piano di emergenza, utilizzo scriteriato dei mezzi di sgombero della neve,... Ma soprattutto una compagnia e uno scalo che negli ultimi anni sono cresciuti molto (forse troppo) e ora sono incapaci di gestire un traffico passeggeri di queste dimensioni, in una situazione come questa. Comunque sia un grave danno di immagine per lo scalo e per la compagnia di bandiera turca che si fregiava di essere tra le migliori in circolazione.

Forse martedì piove. Forse finalmente si parte. I viaggiatori si aggrappano a una nuova speranza al termine di una nuova logorante giornata di "vacanza forzata" all'aeroporto di Istanbul.

Giuseppe Bucci

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