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"Combattemmo affinché tutti fossero liberi"

Giovanni Marzona partigiano italiano a 16 anni per rovesciare il nazifascismo: "Vorrei che fosse 25 aprile tutti i giorni, per celebrare sempre la libertà” - L'intervista

  • 25 April 2022, 18:21
  • 23 June 2023, 16:37
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Uno degli ultimi partigiani

SEIDISERA 25.04.2022, 20:44

  • Keystone
Di: Annamaria Valenti/SEIDISERA

L’8 settembre 1943 Giovanni Marzona non era ancora un partigiano, ma già aiutava i combattenti della sua terra, la Carnia, regione del Friuli Venezia Giulia confinante con Austria e Veneto, inserita dai tedeschi nell’Adriatisches Küstenland. La famiglia di Giovanni era antifascista da sempre, spesso bersaglio delle angherie fasciste.

"Questi uomini stanno combattendo anche per la mia di libertà", si era detto, vedendo gli uomini della sua città andare in montagna. Per questo li aiutava, portando loro cibo, vestiti civili e tenendo i contatti con le loro famiglie. Presto guadagnò la fiducia del capo della Brigata Osoppo, che gli chiese di unirsi a loro. Da quel momento diventò partigiano a tutti gli effetti. Nome di Battaglia: Alfa.

La prima arma che gli misero in mano fu una piccola pistola. Sarebbe servita nel caso fosse stato catturato; la avrebbe usata per spararsi, per evitare di subire indicibili torture e rischiare di tradire i propri compagni.

Nel luglio 1944 i partigiani liberarono la Carnia, nacque la Zona Libera della Carnia e dell’Alto Friuli. Ma l’offensiva nazifascista riprese e grazie anche a truppe Cosacche (soldati zaristi, antibolscevichi che collaborarono con i nazisti), nel settembre ’44 riconquistarono la zona, la cui occupazione venne affidata ai cosacchi.

Giovanni Marzona, partigiano. Nome di battaglia: Alfa

Giovanni Marzona, partigiano. Nome di battaglia: Alfa

I cosacchi venuti con le loro famiglie occuparono le case della popolazione. Avevano anche cavalli e cammelli. I tedeschi diedero ai soldati cosacchi mano libera per tre giorni. Ci furono razzie, occupazioni delle case, requisizioni e stupri. La lotta partigiana contro gli occupanti terminò l’8 maggio 1945, giorno della loro resa.

Oggi il pensiero di Giovanni Marzona non può che andare alla guerra in Ucraina, una guerra di resistenza contro l’invasione subita dai russi. “La sola cosa che possiamo fare noi è aiutare il popolo russo a rovesciare Putin. Il 25 aprile il popolo italiano ha messo a morte il fascismo. E noi speriamo che i giovani oggi facciano in modo che non rinasca”.

La testimonianza di Giovanni Marzona, partigiano, raccolta da Annamaria Valenti

RSI Mondo 25.04.2022, 08:57

Stefano Bellotti, in arte Cisco: "Bella ciao è canzone universale"

“Dove c’è un popolo oppresso, un popolo che soffre, esce una versione di Bella ciao in lingua del posto che aiuta a dare forza a chi è oppresso”. Così Stefano Bellotti, in arte Cisco, nell’intervista a SEIDISERA sul significato, oggi, delle canzoni della Resistenza. “Un popolo ha sempre bisogno di pescare dalle proprie radici, quindi queste canzoni sono ancora oggi importanti, per costruire un futuro positivo, per sapere da dove veniamo”.

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