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Diritto all'oblio non universale

La Corte di giustizia dell'UE dà ragione a Google in un caso emblematico del rapporto fra vita privata e libertà d'espressione

  • 24 settembre 2019, 18:41
  • 4 settembre 2023, 19:46

RG 18.30 del 24.09.2019 Il servizio di Thomas Paggini

RSI Mondo 24.09.2019, 20:30

  • keystone
Di: AFP/pon

La Commissione nazionale dell'informatica e delle libertà francese aveva sanzionato Google con una multa di 100'000 euro nel 2016 perché non aveva applicato a tutte le sue versioni a livello mondiale il "diritto all'oblio", principio consacrato nel 2014 dalla giustizia europea e che permette a qualsiasi cittadino dell'UE, a determinate condizioni, di far cancellare i link che appaiono quando digita il suo nome. Una multa inflitta a torto, ha stabilito martedì la Corte di giustizia dell'Unione, che ha dato ragione al colosso statunitense stabilendo che questo diritto si limita all'UE e che al massimo possono essere imposte misure di geolocalizzazione affinché determinate informazioni non possano essere recuperate attraverso versioni "extraeuropee" del motore di ricerca.

La richiesta di "deindicizzazione" è oggetto anche di un'altra decisione della medesima Corte sui casi specifici di un uomo politico oggetto di inchiesta, di una politica ritratta in un fotomontaggio satirico e di un condannato per pedofilia. I diritti della persone, sanciscono i giudici, prevalgono in genere sulla libertà d'informazione ma ci sono dei limiti, determinati dalla sensibilità per la vita privata e dall'interesse pubblico.

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