La Russia rincara la dose e torna nuovamente ad accusare il presidente turco Erdogan, affermando che lui e la sua famiglia, così come le più alte cariche politiche del paese, "sono coinvolti" nel traffico illecito di petrolio proveniente dai territori occupati dell’autoproclamato Stato islamico (IS) in Siria e in Iraq.
Erdogan: "Solo calunnie"
A prendere la parola oggi, mercoledì, il viceministro della Difesa Anatoli Antonov. "Sono tre i percorsi per lo smercio", ha aggiunto, "che producono una cifra di affari annua di due miliardi". La presa di posizione, che si inserisce in un clima di alta tensione fra i due paesi dopo l’abbattimento di un jetmilitare russo in territorio turco, è stata esposta durante una conferenza stampa a Mosca in cui sono state presentate immagini satellitari di camioncisterna riforniti in zone sotto il controllo dell’IS.
Cameron: "Dite di sì ai bombardamenti in Siria"
E mentre le accuse rimbalzano da una parte all’altra, e mentre Erdogan parla di "calunnie" nei suoi confronti, il primo ministro britannico Cameron ha chiesto al Parlamento di votare a favore dei bombardamenti sulla Siria, per allinearsi con la coalizione internazionale e in particolare con la Francia.
Reuters/AlesS
RG 07.00 del 3.12.2015: la corrispondenza di Lucia Sgueglia
RSI Mondo 03.12.2015, 10:43