Dal nostro inviato*
Il momento più importante del viaggio di Papa Francesco a Lesbo, oggi sabato, è la visita al campo profughi di Moria, a pochi chilometri dalla città principale dell’isola, Mitilini. Una struttura invalicabile, protetta da un cordone di polizia e filo spinato che la fa sembrare una prigione. Qui vivono circa 3'000 migranti, in condizioni durissime denunciano l’UNHCR e Medici senza frontiere che in segno di protesta hanno smesso di collaborare con le autorità e non prestano più aiuto nel campo. I migranti rinchiusi all’interno aspettano di sapere se verranno respinti in Turchia o se potranno fare domanda d’asilo in Europa.
RG 12.30 del 15.4.2016 - L'intervista a Michele Telaro
RSI Mondo 16.04.2016, 01:02
Il campo di Moira
La partenza del Papa (EBU)
RSI Mondo 16.04.2016, 10:53
Chiese cristiane unite nell’accoglienza dei migranti
Un altro momento importante è la preghiera al porto, con lancio di una corona di fiori in mare in ricordo dei migranti morti, che Papa Francesco farà con Bartolomeo, Patriarca di Costantinopoli, e Ieronymos, Primate della chiesa greco-ortodossa. Un momento di unione dei rappresentati delle Chiese cristiane. La comunità cattolica dell’isola è invece molto piccola e conta circa un centinaio di fedeli, con un unico prete cattolico, padre Leone Kiskinis. Lesbo spera che il messaggio del Papa riesca ad amplificare lo sforzo di accoglienza che l’isola ha saputo garantire a migliaia di migranti, racconta il sindaco di Lesbo, Spyros Galinos.
Le interviste con il parroco e il sindaco di Lesbo
RG 12.30 del 14.4.2016 - L'intervista con il sindaco di Lesbo
RSI Mondo 16.04.2016, 01:13
RG 07.00 del 15.4.2016 - L'intervista con il parroco di Lesbo
RSI Mondo 16.04.2016, 01:11
Accoglienza d’eccellenza
Mitilini: il porto, la chiesa, il parroco
In prima linea in Grecia ad accogliere i migranti c’è anche la Svizzera, o meglio, la Caritas svizzera che ha finanziato diversi progetti per un totale di 2 milioni e mezzo di franchi. Uno di questi ha sede sull’isola di Lesbo: un hotel – il Silver bay – è stato trasformato in un centro di accoglienza per i migranti più vulnerabili, come le famiglie con bambini piccoli o gli anziani malati. La maggior parte degli ospiti della struttura è di origine siriana. Qui trovano tutto il necessario per una vita normale, niente a che vedere con gli altri campi di accoglienza sull’isola, come ad esempio quello di Kara Tepe. Ci sono attività pensate soprattutto per i bimbi, e per le famiglie tutto è organizzato per far dimenticare il trauma di essere in fuga da una guerra.
RG 18.30 del 14.4.2015 - Il reportage dall'hotel gestito da Caritas Svizzera
RSI Mondo 16.04.2016, 01:23
Nell'hotel di Caritas e il campo di Kara Tepe
Il cimitero dei giubbotti
Da inizio anno sull’isola di Lesbo sono transitati 90 mila migranti, al ritmo anche di alcune migliaia al giorno. Dopo l’accordo del 20 marzo tra Unione Europea e Turchia i flussi di migranti sono invece gradatamente diminuiti, sino quasi a bloccarsi del tutto. Rimane però da risolvere il problema di che futuro dare ai migranti in attesa che si completi l’iter per la richiesta di asilo. Oggi solo sull’isola ci sono in oltre 4mila migranti che aspettano, in Grecia circa 50mila: il sistema di ricollocamento negli altri paesi europei sta funzionando con il contagocce. Gli sbarchi si sono quasi fermati ma a ricordare quello che è successo nel recente passato c’è una collina a nord dell’isola, vicino a Molynos, il "cimitero dei giubbotti di salvataggio" usati dai migranti durante la traversata. Materiale raccolto e messo in una discarica su una collina. Quasi un monumento – involontario – alla migrazione.
Il cimitero dei giubbotti
*Claudio Bustaffa