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Giorni contati per la Grecia

Il primo ministro Tsipras chiede aiuti per onorare le prossime scadenze che, se non rispettate, decreteranno il fallimento del paese

  • 7 luglio 2015, 19:59
  • 7 giugno 2023, 10:30
La speranza è l'ultima a morire...

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La Grecia chiede 7 miliardi di euro di aiuti per poter far fronte alle scadenze che si avvicinano. Oggi, martedì, si è riunito l’Eurogruppo, i ministri delle finanze della zona euro, che si attendevano dal primo ministro greco Tsipras delle proposte concrete di riforme da attuare, in modo da sbloccare gli aiuti. Ma il premier greco ha fatto solo proposte orali. Per quelle scritte, secondo le agenzie, si dovrà attendere domani. Intanto questa sera si riuniranno i capi di Stato e di Governo della zona euro per discutere la questione.

Abbiamo chiesto a Marzio Minoli, della redazione economica della RSI, quali scenari si aprono ora e di spiegarci quale sia la reale situazione ad oggi.

"Andiamo con ordine: il 10 luglio il Governo ellenico dovrà rimborsare alle banche 2 miliardi di euro di buoni del tesoro a breve termine, altri 450 milioni di euro all'FMI entro il 13 luglio e il 20 luglio verrano a scadenza 3,5 miliardi di euro in obbligazioni detenute dalla Banca centrale europea. I creditori in questione sono dei privati e quindi, secondo i parametri internazionali, quando non si riesce a pagare un debito ad un privato, si fallisce. Cosa che non è stato il caso lo scorso 30 giugno, con il mancato pagamento di 1,6 miliardi di euro al Fondo monetario internazionale, che non è considerato un privato. L’FMI ha semplicemente “preso nota” del mancato pagamento", ricorda Minoli.

Quali conseguenze porta con sé il fatto di andare in default?

"Tra le più importanti quella per la quale i titoli di Stato greci non varranno più nulla. E questi titoli vengono usati come garanzia dalle banche greche affinché la Banca centrale europea continui ad aiutarle. Senza garanzie, basta soldi. In pratica la Banca centrale europea chiuderebbe del tutto il fondo di emergenza che viene usato per fornire denaro agli istituti di credito in difficoltà. Al momento la BCE si è limitata a non autorizzare nessun aumento di questo fondo, ma lasciandolo a disposizione", ricorda Minoli, che in merito aggiunge: "Solo a questo punto, con la Grecia che non rimborsa i debiti, si farebbe largo l’ipotesi di un’uscita dalla zona euro. Cosa succede? Atene potrebbe decidere di ricominciare a stampare dracme. Una soluzione che da più parti verrebbe salutata con entusiasmo, anche fuori dai confini ellenici, ma che porta con sé non poche insidie".

Quante dracme ci vorrebbero per acquistare un euro? O un dollaro?

"Una questione non da poco, visto che la Grecia importa più di quanto esporta, quindi dovrebbe acquistare parecchia valuta estera per pagare i fornitori. Certo, Atene potrebbe stampare moneta quanto basta, ma poi inizierebbe un’inflazione galoppante (troppi soldi in circolazione ne diminuiscono il valore) con conseguenze sui risparmi, prezzi e tassi d’interesse alle stelle. La storia, anche recente, ci ha già fatto vedere cosa vuol dire convivere con un alto tasso d’inflazione".

A quali condizioni la Grecia dovrebbe offrire i suoi titoli di Stato, per attirare gli investitori?

"Fintanto che il paese non abbia dimostrato solidità economica e stabilità politica dovrebbe offrire tassi d’interesse molto alti. Interessi da pagare e scadenze da rispettare. E questa volta non ci sarebbero più scuse", aggiunge l'esperto che sottolinea: "L’Europa è divisa, tra falchi e colombe. Continuare ad aiutare la Grecia o lasciarla andare per conto suo? L’importanza del paese dal profilo geopolitico non è da sottovalutare. Toccherà ai capi di stato e di governo dei paesi della zona euro, che si incontreranno questa sera, valutare tutte le opzioni".

bin

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