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Invasione russa: domande e risposte

Vladimir Putin ha deciso di lanciare un’operazione militare su larga scala: per quale motivo?

  • 24 febbraio 2022, 15:15
  • 23 giugno 2023, 15:43

Radiogiornale delle 07.00 del 24.02.2022: la corrispondenza di Cristiano Tinazzi

RSI Mondo 24.02.2022, 10:46

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Di: ludoC

La Federazione russa ha lanciato quella che ha definito un’operazione militare su larga scala per “demilitarizzare l’Ucraina”. In sostanza il presidente Vladimir Putin ha invaso un paese sovrano, attirando su di sé l’ira dei Paesi occidentali e la condanna dei vertici delle Nazioni unite. Perché il leader del Cremlino ha deciso di condurre l’attacco? Quali sono le sanzioni ipotizzate nei confronti di Mosca? Chi sono i riservisti e cos’è la legge marziale decretata in Ucraina? Domande alle quali proviamo a dare una risposta:

Perché la Russia invade l’Ucraina?

Ufficialmente Vladimir Putin ha giustificato l’invasione con la volontà di demilitarizzare e addirittura “denazificare” il paese, per tutelare le popolazioni russofone le due repubbliche separatiste, quelle di Donetsk e Lugansk, appena riconosciute da Mosca e i cui leader hanno ufficialmente chiesto protezione militare al Cremlino. I paesi NATO, gli altri Stati occidentali e buona parte della comunità internazionale hanno però immediatamente condannato l’attacco palesando che si tratta di un’invasione di un Paese sovrano. Sullo sfondo dell’offensiva, ci sono anche le tensioni che si protraggono da tempo fra il blocco occidentale e la Federazione russa che accusa la NATO di volersi espandere sempre più verso oriente. Nelle ultime settimane è infatti tornata d’attualità l’eventuale inclusione di Kiev nell’Alleanza atlantica. Una possibilità piuttosto remota (molti Paesi europei non sono d’accordo) ma che è bastata a far salire la tensione, in quanto se tale eventualità si concretizzasse la Russia potrebbe trovarsi le truppe occidentali e le armi di distruzione di massa piazzate ai propri confini. Putin in questi giorni ha inoltre sostenuto che in Donbass è in corso un genocidio contro le popolazioni russe – situazione smentita dagli osservatori internazionali -; lunedì in un discorso dai toni molto violenti ha inoltre sostenuto che l’Ucraina è parte della storia russa e che non ha una sua tradizione di statualità.

Cos’è la legge marziale?

In queste ore per far fronte all’invasione russa, Kiev ha decretato la legge marziale: implica la sospensione temporanea delle leggi ordinarie e il passaggio del controllo della giustizia in mani militari. Viene decretata in caso di guerra e riduce i diritti garantiti ai cittadini, vietando per esempio le riunioni politiche e introducendo il coprifuoco generalizzato. Era stata introdotta in Ucraina già nel 2018 per 30 giorni in risposta al sequestro da parte della Russia di tre navi della marina militare ucraina nello stretto di Kerč’, tra il Mar d’Azov e il Mar Nero.

Cosa sono i riservisti?

Ieri è arrivata la notizia della mobilitazione dei riservisti. I riservisti sono militari in congedo che tuttavia possono essere richiamati in caso di guerra. Oltre ai militari, in congedo e non, negli scorsi giorni in varie regioni ucraine anche la popolazione civile ha partecipato ad addestramenti mirati nella prospettiva di un’azione militare.

Dov’è il Donbass?

Il Donbass, noto anche come bacino del Donec, è un’area dell’Ucraina orientale suddivisa in tre oblast (regioni, ndr.): Donbass orientale, Donbass occidentale e oblast di Lugansk. La città di Donetsk è il principale centro urbano. La regione è ricca di giacimenti di carbone. Il Donbass è un territorio ad alto tasso russofono; è balzato agli onori della cronaca nel 2014, quando manifestanti armati filo-russi si impadronirono, armi alla mano, di palazzi governativi a Donetsk, Lugansk e Kharkiv. Le tensioni sfociarono in un conflitto e nella richiesta da parte dei separatisti di un referendum per l’indipendenza. Il 6 aprile 2014 venne proclamata l’indipendenza delle sedicenti Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk. Il 21 febbraio il presidente russo Vladimir Putin ha riconosciuto formalmente la loro indipendenza (un riconoscimento de facto c’era già stato poiché da anni Mosca riconosce per esempio i documenti rilasciati nelle due repubbliche).

La storia dell’Ucraina

Fra Russia e Ucraina vi è sempre stato un legame molto particolare, partendo proprio dalle profonde radici storiche. La Rus di Kiev è stata infatti la prima monarchia slava sorta nel IX secolo nei territori dell’Europa centro-orientale che oggi comprendono a grandi linee parti di Ucraina, Russia, Polonia, Paesi Baltici. Capitale era appunto Kiev, fino al declino tra il XII e XIII secolo. Dopo le invasioni mongole e Gengis Khan, si sono sviluppati altri centri di potere, tra cui il Principato di Moscovia (1283-1547), predecessore dell’impero zarista. Il collega Stefano Grazioli ha tratteggiato la storia di un paese “corteggiato” e diviso nel seguente contributo: Ucraina, tra Est e Ovest

Quali sono le sanzioni previste nei confronti di Mosca?

Si sente parlare da più giorni di “dure sanzioni” contro Mosca. Sanzioni che tuttavia stano dividendo l’Europa. L’Unione europea ha prorogato sanzioni economi già varate ai tempi dell’annessione della Crimea fino al 31 luglio 2022. Si tratta di misure restrittive riguardanti settori economici specifici della Federazione russa. Limitano l'accesso ai mercati dei capitali primari e secondari dell'UE da parte di determinate banche e imprese russe e vietano forme di assistenza finanziaria e intermediazione a favore degli enti finanziari russi. Le sanzioni vietano anche l'importazione, l'esportazione o il trasferimento, diretti o indiretti, di qualsiasi materiale connesso alla difesa e introducono un divieto relativo a beni a duplice uso per scopi militari o per utilizzatori finali militari in Russia. Le sanzioni limitano inoltre l'accesso russo a determinate tecnologie sensibili che possono essere utilizzate nel settore energetico russo, ad esempio per la produzione e la prospezione del petrolio. Il 21 febbraio, Bruxelles ha inoltre emanato sanzioni nei confronti di altre cinque persone: sono membri della Duma di Stato della Federazione russa, eletti il 19 settembre 2021 per rappresentare la penisola di Crimea e la città di Sebastopoli illegalmente annesse, nonché il capo e il vicecapo della commissione elettorale di Sebastopoli. Ieri, mercoledì, il Consiglio dell’Unione europea ha infine varato un nuovo pacchetto di misure restrittive che colpiscono tutti i 351 membri della Duma, il Parlamento russo, che ha approvato una mozione per chiedere al presidente Putin di riconosce l’indipendenza delle autoproclamate repubbliche nel Donbass. Sanzioni che si applicano inoltre ad altri 27 tra personalità e entità statali o private, che includono il congelamento dei beni e il divieto di ingresso in vari Paesi. Anche gli Stati Uniti hanno varato sanzioni di questo tenore. La Svizzera si astiene per il momento dall’adottare sanzioni: Berna sta esaminando il pacchetto approvato dall’Unione Europea e il Governo prenderà poi una decisione. Tuttavia, il Consiglio federale ha già dichiarato che si attiverà affinché la Confederazione non venga usata come piattaforma per l’aggiramento delle sanzioni. Berna oggi ha comunque condannato fermamente l’invasione dell’Ucraina, chiedendo a Mosca di mettere fine all’aggressione e di ritirare le truppe.

La cronaca minuto per minuto: Attacco russo in Ucraina

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