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Italia, più autonomia alle regioni

Fa discutere il decreto varato giovedì dal governo - Molti lo definiscono un regalo propagandistico alla Lega

  • 3 February 2023, 18:48
  • 24 June 2023, 02:15
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Il ministro degli Affari regionali Roberto Calderoli

Il ministro degli Affari regionali Roberto Calderoli

  • Keystone
Di: SEIDISERA/Valenti/Pa.St.

Le regioni italiane potranno chiedere maggiore autonomia in determinati ambiti. Si tratta della cosiddetta "autonomia differenziata", il cui disegno di legge, proposto dal ministro degli affari regionali Roberto Calderoli è stato approvato giovedì sera dal Consiglio dei ministri.

Con tale meccanismo, le regioni "ordinarie" (tutte, tranne le cinque a statuto speciale: Sardegna, Sicilia, Friuli Venezia Giulia, Trentino-Alto Adige e Valle d'Aosta) avranno la possibilità di chiedere allo Stato la competenza esclusiva su 23 materie, tra cui l'istruzione, la sanità, la produzione di energia e la tutela dell'ambiente.

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Il decreto è stato accolto con grande gioia dalla Lega, che da anni chiedeva maggiori competenze alle regioni. Ma con la decisione presa ieri dal Consiglio dei ministri, l'Italia non diventa da un giorno all'altro uno Stato federale. Si tratta infatti di un decreto che stabilisce il percorso da seguire quando una regione chiede il trasferimento di funzioni e competenze.

Sono diverse le critiche formulate nei confronti del cosiddetto decreto Calderoli. La principale è che definisce le materie per cui si può chiedere l'autonomia, ma non prevede il trasferimento dei relativi fondi. Inoltre, non definisce i cosiddetti livelli di prestazione essenziali, ossia tutti quei servizi che devono essere di uguale qualità per tutti i cittadini, quali per esempio l'assistenza sanitaria e gli asili nido.

Molti governatori criticano questi aspetti, perché cosi le regioni ricche avranno più margini, creando cittadini di serie A e di serie B. Trai critici Stefano Bonaccini, governatore dell'Emilia Romagna, che è favorevole all'autonomia, ma non a questo progetto.

Altri governatori del sud, ma non solo, l'hanno definito un vuoto regalo propagandistico alla Lega. Vuoto perché mancano ancora i contenuti. E regalo perché in questo modo la Lega avrà una misura bandiera da presentare all'elettorato lombardo: potrà dire di avere mantenuto la promessa, sperando così di arginare la perdita di consensi.

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