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L’attrice e il despota

È morta la star sudcoreana Choi Eun-hee: venne rapita da Kim Jong-il per rilanciare il cinema di Pyongyang

  • 17 aprile 2018, 21:24
  • 8 giugno 2023, 18:42
In una foto del 2011

In una foto del 2011

  • reuters

E’ morta all’età di 91 anni Choi Eun-hee Una delle piu’ famose attrici sudcoreane degli anni ‘60 e ‘70. La sua vita, tuttavia, è legata soprattutto agli 8 anni trascorsi in Corea del Nord, dove in seguito a un rapimento ordinato da Kim Jong-il fu costretta a lavorare per rilanciare il cinema di Pyongyang.

Per Kim Jong-il i film erano infatti un’ossessione: prima di succedere al padre nella guida del paese il futuro leader nordcoreano aveva soprattutto un obiettivo, quello di lanciare l’industria cinematografica, ma tutti i tentativi di produrre pellicole all’altezza di quelle di Hollywood erano falliti.

Il rapimento nel 1977

Nel 1977 decise così di procurarsi con la forza il talento che mancava alla Corea del Nord: prima facendo rapire la famosa attrice e regista sudcoreana Choi Eun-hee, poi facendo altrettanto con l’ex marito della donna, il cineasta Shin Sang-ok. Con il tempo i due furono costretti a produrre 17 film per il regime, dalla commedia all’horror, tutto rigorosamente in linea con la dottrina di Pyongyang e con l’estetica del futuro leader nordcoreano.

Il viaggio a Vienna e la fuga

Un’odissea durata otto anni, fino a quando, conquistata la fiducia di Kim Jong-il, riuscirono a convincerlo ad acconsentire a una trasferta a Vienna, e a fuggire chiedendo asilo all’ambasciata degli Stati Uniti. Una vicenda raccontata anche in un documentario del 2016 dal titolo "Gli amanti e il despota", che aveva portato nuova fama all’attrice.

Oggi, nel dare la notizia della sua morte, i media locali la ricordano tuttavia soprattutto per essere stata una delle prime e più importanti star del cinema sudcoreano.

RG-TP/ludoC

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