La Catalogna taglia i ponti

Si chiude qui il nostro liveticker odierno sulla Catalogna, ma continueremo a seguire gli sviluppi della situazione su rsi.ch

Attuato il commissariamento della regione, come deciso dal Governo Rajoy, il controllo dei Mossos d’Esquadra, che hanno competenze in materia di ordine pubblico e di polizia stradale (ma non di controllo delle frontiere), passerà di fatto al ministero dell’Interno spagnolo.

Al termine della riunione di Governo convocata d’urgenza dopo la dichiarazione di indipendenza catalana, il premier spagnolo Mariano Rajoy ha annunciato lo scioglimento del Parlamento regionale di Barcellona e convocato nuove elezioni per il 21 dicembre. Nel frattempo, i Ministeri di Madrid assumeranno i poteri dell’amministrazione catalana. Il capo della polizia è destituito insieme all’Esecutivo catalano e al suo presidente Carles Puigdemont

La procura generale spagnola ha annunciato che avvierà la settimana prossima un procedimento nei confronti del presidente catalano Carles Puigdemont, che sarà accusato di ribellione, reato punito con una pena che può raggiungere i 30 anni di detenzione. L’imputazione potrebbe essere estesa all’insieme dell’Esecutivo di Barcellona e ai vertici del Parlamento.

Tutti i principali Governi occidentali e l’UE hanno garantito il loro sostegno incondizionato a Madrid e all’Esecutivo Rajoy. La prima voce filo-catalana è quella della Scozia. Il Governo autonomo di Edimburgo ha annunciato venerdì di rispettare la posizione delle autorità di Barcellona, rimarcando che il popolo della Catalogna ha il diritto di scegliere il proprio futuro. La ministra scozzese degli Affari esteri, Fiona Hyslop, ha dichiarato che “se la Spagna ha il diritto di opporsi all’indipendenza, i cittadini catalani devono avere il potere di determinare il loro avvenire”.

I senatori spagnoli hanno approvato dopo un lungo negoziato un emendamento del partito socialista, approvato anche dal Partito popolare, che blocca la richiesta del Governo di Madrid di porre sotto tutela la tv pubblica catalana TV3, Catalunya Radio e l’Agencia Catalana de Noticias. La misura ventilata dall’Esecutivo Rajoy aveva suscitato nei giorni scorsi una levata di scudi in nome della libertà di stampa.I senatori spagnoli hanno approvato dopo un lungo negoziato un emendamento del partito socialista, approvato anche dal Partito popolare, che blocca la richiesta del Governo di Madrid di porre sotto tutela la tv pubblica catalana TV3, Catalunya Radio e l’Agencia Catalana de Noticias. La misura ventilata dall’Esecutivo Rajoy aveva suscitato nei giorni scorsi una levata di scudi in nome della libertà di stampa.

La Corte costituzionale spagnola ha reso noto venerdì pomeriggio di aver dato inizio all’esame del voto del Parlamento catalano che ha dichiarato l’indipendenza dalla Spagna. Il pubblico ministero statale ha tre giorni per formulare i suoi riscontri.

Il premier spagnolo Mariano Rajoy ha definito la proclamazione di indipendenza della Catalogna “un atto criminale” e “contro la legge”, annunciando che “il Governo spagnolo prenderà le misure necessarie per ripristinare la legalità”. Rajoy ha invitato gli spagnoli a “stare tranquilli” poiché “lo Stato reagirà” e si faranno “le cose per bene, con misura, con efficacia”.

“La Catalogna è parte integrante della Spagna e gli Stati Uniti sostengono le misure costituzionali del Governo di Madrid per mantenere la nazione forte e unita”: lo afferma il Dipartimento di Stato americano in un comunicato diffuso venerdì.

In una cerimonia solenne nell’atrio del Parlament il presidente catalano Carles Puigdemont ha invitato il popolo catalano a difendere il paese “nelle ore che vengono” restando “sul terreno della pace, del senso civico e della dignità. Come è sempre stato e continuerà”. Le centinaia di deputati e sindaci presenti hanno risposto gridando “Llibertat” e intonando l’inno catalano Els segadors a pugno alzato.

Ecco la risoluzione approvata dal Parlamento catalano che ha deciso di:

• “costituire la Repubblica catalana, come Stato indipendente e sovrano di diritto democratico e sociale,
  

• disporre l’entrata in vigore della legge di transizione giuridica e di fondazione della Repubblica,
  

• iniziare il processo costituente, democratico di base e cittadino, trasversale, partecipativo e vincolante,
  

• affermare la volontà di aprire negoziati con lo Stato spagnolo, senza precondizioni, per stabilire un regime di collaborazione a beneficio delle due parti. I negoziati dovranno essere necessariamente su base di parità,
  

• porre a conoscenza della comunità internazionale e delle autorità dell’Unione europea la Costituzione della Repubblica catalana e la proposta di negoziato con lo Stato spagnolo”.
  

Il presidente catalano, Carles Puigdemont, ha invitato il popolo a difendere il paese “nelle ore che vengono” restando “sul terreno della pace, del civismo e della dignità. Come è sempre stato e continuerà”, durante una breve cerimonia nell’atrio del Parlamento regionale. Le centinaia di deputati e sindaci presenti hanno risposto gridando “Llibertat”.

Il Governo spagnolo si riunirà in sessione ordinaria alle 17 e straordinaria alle 18, per adottare le misure previste dall’attivazione dell’articolo 155 della Costituzione, ha annunciato il premier Mariano Rajoy.

Il Senato spagnolo ha approvato l’attivazione dell’articolo 155 della Costituzione, che permette a Madrid di commissariare la Catalogna.

La posizione europea non cambia dopo la decisione del Parlamento catalano, ha dichiarato Donald Tusk, presidente del Consiglio europeo. Nei giorni scorsi, il presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker, ha fatto sapere di essere “contro tutti i separatismi in Europa” e quindi di “non amare quello che si fa in Catalogna”.

La bandiera spagnola è stata tolta dalla facciata del palazzo del Parlamento catalano dopo il voto dell’aula che ha proclamato la Repubblica indipendente della Catalogna.