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La Francia è bloccata, per quanto?

Tutti gli otto sindacati manifestano oggi, giovedì, contro la riforma delle pensioni voluta da Emmanuel Macron

  • 19 gennaio 2023, 16:15
  • 24 giugno 2023, 03:44

Sciopero generale in Francia

Telegiornale 19.01.2023, 13:30

Di: Davide Mattei

"Più di 7’000 MW di mancata produzione di elettricità e senza impatto sui cittadini: è tantissimo, e noi non molliamo!”. Il tweet trionfale del settore energia del sindacato CGT arriva mezzanotte scorsa quasi a dare il via alle proteste.

Oggi, giovedì, il gestore di rete RTE ammette una diminuzione della produzione del 12% che obbliga la Francia a importare più elettricità in questo freddo 19 gennaio 2023.

Paralisi in molti settori

A fianco delle centrali elettriche, i più mobilitati sono i lavoratori del settore raffinerie: quelle di Total sono ferme tra il 70 e il 100%, diverse le navi che non possono scaricare il greggio nei porti. È presto per provocare disagi, ma se durasse l’impatto dello sciopero sarebbe molto sensibile, come hanno dimostrato le proteste degli scorsi mesi, lasciando città come Parigi con la benzina razionata.

I trasporti più colpiti sono nell’Île-de-France dove i lavoratori RATP fanno circolare 12 linee di metro a singhiozzo e solo nelle ore punta, mentre nelle ferrovie dello Stato (SNCF) il 46% dei lavoratori incrocia le braccia creando forti disagi, solo un TGV su quattro e quasi nessun treno regionale è previsto oggi in Francia.

Molto seguito lo sciopero poi nel settore educazione con professori di licei e collegi assenti al 65% e studenti che iniziano le prime occupazioni.

"È il modo più ingiusto per riformare le pensioni", ha detto Laurent Berger, patron del primo sindacato del paese, la riformista CFDT, per spiegare la mobilitazione.

Eppure, proprio lui tre anni fa era favorevole alla riforma delle pensioni, voluta sempre da Emmanuel Macron, ma che puntava a cambiare tutto il sistema, eliminando la miriade di regimi diversi e instituendone uno universale per punti. Sospesa per via del Covid, quella riforma è stata abbandonata.

Oggi però il partito di Emmanuel Macron non ha più maggioranza assicurata in Parlamento e deve cercare i voti della destra repubblicana per far passare il nuovo testo. E il pegno pagato è l’introduzione dell’aumento dell’età pensionabile, che passa da 62 a 64 anni.

Ma è anche la linea rossa del sindacato riformista CFDT. "I lavoratori che hanno iniziato molto giovani pagano pesantemente la riforma, mentre chi ha iniziato più tardi, chi ha studiato di più e ha carriere più interessanti pagherà molto meno", riassume all’RSI Yvan Ricondeau, segretario generale alle pensioni.

Otto sindacati contro Macron

Insomma, per avere i voti in Parlamento Macron si è messo contro tutti gli otto sindacati, non succedeva da dieci anni, e oggi inizia il braccio di ferro che potrebbe essere lungo.

Solo in due occasioni i rappresentanti dei lavoratori hanno avuto la meglio sulle riforme, nel 1995 e parzialmente nel 2019, in entrambi i casi con delle prove di forza che sono durate oltre un mese.

Le manifestazioni oggi si susseguono dalla mattinata in almeno 200 punti del paese: l’obiettivo dei sindacati è portare in piazza un milione di francesi, mentre il Governo spera si limitino a poco più della metà.

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