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La battaglia della collina

I turchi respingono i volontari curdi che vogliono entrare in Siria per combattere l'IS a Kobane

  • 8 ottobre 2014, 21:23
  • 6 giugno 2023, 23:34
Le forze di sicurezza turche non vogliono che i curdi entrino in Siria, a Kobane, per combattere contro il cosiddetto Stato Islamico

Le forze di sicurezza turche non vogliono che i curdi entrino in Siria, a Kobane, per combattere contro il cosiddetto Stato Islamico

  • Emiliano Bos/RSI

“Ci servono solo armi, nient’altro. Visto che la Turchia non ci aiuta, aiutateci voi”. Mehmet è un curdo di 27 anni. Si è legato una t-shirt bianca intorno alla faccia per proteggersi. Cammina a passo svelto verso l’altro lato di questa collina brulla e polverosa. Kobane è lì, a meno di due chilometri. Ma lui non sta scappando dalle bombe delle milizie del Califfato. No. Fugge dai gas lacrimogeni che polizia e militari turchi scagliano abbondantemente contro queste centinaia di dimostranti curdi.

I curdi si chiedono perchè l'esercito turco spara gas contro di loro e non interviene contro lo Stato Islamico (IS). Domande  senza risposta

I curdi si chiedono perchè l'esercito turco spara gas contro di loro e non interviene contro lo Stato Islamico (IS). Domande senza risposta

  • Emiliano Bos/RSI

Tra loro ne vediamo parecchi che sono chiaramente pronti alla battaglia. Alcuni sono usciti da Kobane per portare in salvo la famiglia. Altri arrivano da tutta la regione.

Il Kurdistàn ufficialmente non trova posto sulla mappa del mondo. Ma nella storia di questo popolo esiste e ha una collocazione precisa. Che attraversa questa collina, arriva fino al Kurdistan iracheno e si dipana poi fino all’Iran. Turchia e Siria sono gli altri luoghi dove i curdi da sempre vivono.

Ecco perché la battaglia di Kobane è la battaglia di tutti i curdi. Ed ecco perché la Turchia non vuole per ora aiutare i curdi della Siria, visto che considera ancora “terroristi” i membri del PKK, il Partito dei lavoratori curdi della Turchia.

“Se i curdi soffrono in Siria, soffriamo anche noi”, spiega un signore di circa 50 anni, con i pantaloni curati e una camicia bianca. È appena arrivato da Şanliurfa, a una cinquantina di chilometri.

Ma la nostra conversazione si interrompe. I blindati dell’esercito turco scendono di nuovo dal fianco della collina. Scagliano i loro proiettili di fumo bianco. Dietro, sullo sfondo, le nuvole nere dell’artiglieria jihadista contro Kobane.

"Da qui non ci muoviamo", dicono i manifestanti curdi, sfidando i blindati turchi

"Da qui non ci muoviamo", dicono i manifestanti curdi, sfidando i blindati turchi

  • Emiliano Bos/RSI

E loro i curdi, su questa collina gridano e protestano contro i turchi. Macinano una rabbia che ora adesso sta esplodendo anche in altre città della Turchia.

Emiliano Bos

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