Nel 2006 gestivano 33 miliardi di dollari. Oggi sono diventati 226. Quello conosciuto dai “trust” del South Dakota è un vero e proprio boom. Il piccolo stato nel cuore dell’America - famoso per il Mount Rushmore e per i suoi bisonti - sta diventando un polo della finanza a stelle e strisce, attirando ingenti patrimoni, anche dalla Svizzera, grazie a un carico fiscale ai minimi termini e leggi che garantiscono la privacy di facoltosi clienti.
Insieme alle “shell companies” del Delaware, i trust del South Dakota – ma anche del Nevada o del Wyoming – sono sempre più sotto i riflettori dei media, soprattutto dopo le rivelazioni dei Panama Papers. C’è chi accusa gli USA di fare il doppio gioco: hanno aggredito le banche svizzere e affossato il segreto bancario, senza pero risolvere le opacità di trust e società fittizie sul loro territorio. Tanto che qualcuno parla degli USA come della “nuova frontiera” nella lotta ai paradisi fiscali.
Le foto scattate a Rapid City
Andrea Vosti