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"Liberate subito quei migranti"

L'Unione Europea ha bacchettato l'Ungheria per la gestione dei richiedenti asilo trattenuti alla frontiera serbo-ungherese

  • 14 maggio 2020, 14:03
  • 10 giugno 2023, 00:55

PP 12.00 del 14.05.2020 Il servizio di Andrea Ostinelli

RSI Mondo 14.05.2020, 14:02

  • Keystone
Di: RG/AFP/AnP

I richiedenti asilo e cittadini di Paesi terzi trattenuti in maniera illegittima e senza un motivo valido alla frontiera serbo-ungherese, nella zona di transito di Röszke, devono essere liberati immediatamente. Lo ha stabilito una sentenza della Corte di giustizia dell'Unione europea.

I giudici si sono pronunciati sul caso di alcuni richiedenti asilo afghani e iraniani giunti in Ungheria attraverso la Serbia. Arrivati nella zona di transito di Röszke, avevano presentato le loro richieste di protezione internazionale, poi giudicate irricevibili dall'Ungheria, che ne ha stabilito il ritorno in Serbia.

Il Paese balcanico, a sua volta, li ha respinti nuovamente. A questo punto le autorità ungheresi, invece di esaminare le domande di asilo, hanno solamente modificato la propria decisione stabilendo che queste persone avrebbero dovuto fare ritorno nel proprio Paese d'origine.

I cittadini afghani e iraniani hanno fatto ricorso davanti alla giustizia ungherese sia contro tale decisione (ricorso respinto), sia contro la carenza di legami fra la loro situazione e il fatto di essere trattenuti nella zona di transito al confine serbo-ungherese, dove si trovano attualmente.

La Corte ha innanzitutto stabilito che la collocazione nella zona di transito di Röszke dei richiedenti asilo o dei cittadini di Paesi terzi oggetto di una decisione di rimpatrio dev'essere considerata "trattenimento". Le direttive si oppongono al trattenimento dei richiedenti asilo oggetto di una decisione di rimpatrio senza che sia stata esaminata la "necessità e la proporzionalità" di tale misura. Inoltre, tale detenzione non può "in alcuna circostanza superare le quattro settimane a partire dalla data d'introduzione della domanda di asilo".

Inoltre, ha stabilito che questa misura debba poter essere oggetto di controllo giurisdizionale. Se l'autorità giudiziaria valuta che la detenzione sia contraria al diritto dell'Unione Europea, deve avere il potere di sostituirsi all'autorità amministrativa e disporre l'applicazione di misure alternative.

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