Shaker Aamer, vittima della "parodia di giustizia" che è Guantanamo secondo Amnesty International, è tornato oggi (venerdì) a Londra da uomo libero, dopo aver trascorso oltre 13 anni nella prigione per presunti terroristi sull'isola di Cuba, senza che la giustizia statunitense l'abbia mai formalmente accusato.
L'aereo con cui è tornato a casa
Aamer, 46enne saudita ma già dal 1996 residente nel Regno Unito, era l'ultimo fra i 113 detenuti del carcere ad avere stretti legami con la Gran Bretagna. Ha potuto ora ritrovare la moglie e i quattro figli, uno dei quali mai conosciuto, perché nato dopo la sua cattura. Secondo
Reprieve, un'organizzazione che difende i prigionieri della base, il medico sospettato di essere un reclutatore di al Qaida lavorava in realtà per un'associazione umanitaria quando finì in mani statunitensi.
Clive Stafford-Smith, l'avvocato fondatore di Reprieve
Ora è lui ad avere bisogno di cure e sostegno psicologico: soffre di sindrome da stress post-traumatico, depressione, mal di testa, asma e dolori ai reni. Il suo rilascio, caldeggiato anche da numerosi politici, era stato preannunciato in primavera.
''Cinquemila giorni di tortura'', ricordavano i suoi sostenitori che ne chiedevano il rilascio
Barack Obama in campagna elettorale aveva promesso di chiudere Guantanamo, ma gli resta un solo anno per mantenere l'impegno.
pon/ATS/AFP