A Torino è stata smantellata nelle ultime ore una vasta e potente rete di trafficanti di clandestini. Usavano come loro base l'ex "villaggio olimpico" chiuso ormai da quasi tredici anni e occupato dal 2015 da migranti. Le indagini condotte su scala europea hanno portato all'arresto di 11 persone, in prevalenza somali. Altre 25 sono indagate. Le somme confiscate sfiorano i 70’000 franchi.
Il villaggio delle Olimpiadi di Torino al momento della sua realizzazione nel 2005
L'operazione Mogadiscio, come è stata battezzata dalla squadra mobile del capoluogo piemontese che l'ha condotta, prese il via tre anni fa, quando la polizia francese individuò un "passeur" partito proprio dalle palazzine torinesi. Il gruppo si faceva pagare per organizzare i viaggi tramite l'Hawala, istituto giuridico di pagamento che trae origine dalla legge islamica. Illegale in Occidente, consente che le transazioni di denaro tra soggetti dimoranti in Stati diversi avvenga mediante agenti di scambio che, in seguito, regolano i loro rapporti con operazioni di compensazione tramite le piattaforme informatiche come Money Transfer.
In alcuni casi ai clandestini venivano forniti anche i documenti - talvolta falsi ma spesso contraffatti con la sostituzione della fotografia -, poi restituiti in modo da poter essere riutilizzati. Le accuse a loro carico sono di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, attività abusiva di prestazione di servizi di pagamento, contraffazione di documenti di identità, traffico di sostanze stupefacenti con l'aggravante della transnazionalità.