Il 'no' di Cipro e le preoccupazioni legali per i rimpatri in Turchia dei richiedenti asilo restano i principali ostacoli sulla strada per raggiungere una posizione comune tra i 28 Paesi europei sul negoziato con la Turchia nella crisi dei migranti. Molti leader sono arrivati a Bruxelles, oggi giovedì, pronti ad esprimere preoccupazioni al tavolo del vertice, e sebbene nessuno in definitiva sembri davvero intenzionato a rovesciarlo, la partita è assai complessa anche perché Atene vi gioca un ruolo da protagonista ma necessita il sostegno di tutti.
L'atteggiamento generale resta costruttivo perché i capi di Stato e di governo, con la cancelliera tedesca Angela Merkel in testa, considerano l'accordo con Ankara cruciale per ridurre i flussi verso l'Europa, ma pesa il veto di Nicosia all'apertura di nuovi capitoli per l'adesione della Turchia all'Unione, fino a quando Ankara non riconoscerà i passaporti ciprioti e non permetterà a navi e aerei del Paese UE di usare i suoi porti ed aeroporti.
I negoziati per risolvere l'annosa questione cipriota sono arrivati a buon punto, ma il timore è che in questo intrecciarsi di interessi e partite, la trattativa possa uscirne compromessa. Il presidente Nikos Anastasiadis al suo ingresso ha ribadito una posizione di netta chiusura. Ed è per questo che l'ultima bozza della dichiarazione UE-Turchia circolata non prevede l'apertura di capitoli negoziali, ma solo un lavoro preparatorio. I leader dei 28 dovranno anche discutere di liberalizzazione dei visti, data dell’inizio dell’accordo nonché di tutti i paletti da rispettare per l’accordo UE-Turchia dalle parti coinvolte.
ATS/ANSA/Swing