Un giudice federale di Dallas, ha respinto l'istanza di bancarotta basata sul capitolo 11 delle norme fallimentari statunitensi avanzata dalla National Rifle Association (NRA), affermando che è stata presentata "in cattiva fede" per evitare l'intervento del procuratore generale di New York Letitia James, che vuole chiudere la potente lobby delle armi statunitense nell'ambito delle sue indagini per corruzione e abuso dei fondi di beneficenza.
Dalla scorsa estate il direttore generale Wayne LaPierre e altri tre responsabili sono accusati di aver utilizzato anche a scopi personali i fondi versati dai membri dell'associazione. Un comportamento che, tramite l'uso improprio dei fondi in tre anni ha provocato un buco di 64 milioni di dollari all'ente nato
nel 1871 per promuovere il tiro che con il passare degli anni si è trasformato in una macchina politica in grado di bloccare i tentativi di rivedere in senso restrittivo le norme sulle armi
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L'associazione, che ha la propria sede a Fairfax, in Virginia, aveva cercato di ottenere l'autorizzazione a riorganizzarsi in Texas (uno Stato ben disposto verso le armi) presentando una richiesta simile a quella che in Svizzera è la domanda di concordato. Secondo il giudice Harlin Hale, che sovrintende il tribunale fallimentare di Dallas, però la NRA "sta usando questo caso di bancarotta per affrontare un problema di azione regolatoria e non finanziario".
Un brutto colpo per il chief executive dell'associazione senza scopo di lucro Wayne LaPierre e i repubblicani, come l'ex presidente Donald Trump che aveva caldeggiato il trasferimento e il governatore Greg Abbott che, appreso della sentenza, su Twitter ha dichiarato: "Il Texas è con l'NRA".
La bancarotta della NRA
Telegiornale 12.05.2021, 14:30