Mondo

"Non nel mio nome"

A colloguio con lo svizzero Shady Ammane, che ha aderito a una campagna on-line contro l'IS

  • 25 September 2014, 22:54
  • 14 September 2023, 07:53
Hervé Gourdel, l'ultima vittima dei militanti dell'IS

Hervé Gourdel, l'ultima vittima dei militanti dell'IS

  • Keystone

Non nel mio nome: quattro semplici parole, pronunciate con voce ferma e davanti a una telecamera, a viso scoperto. Per ribadire con forza che le atrocità commesse dai cosiddetti combattenti dello Stato islamico non hanno nulla a che fare con l'Islam.

Una sfida all'IS lanciata il 3 settembre da una fondazione di giovani musulmani britannici, la Active change foundation, che ha utilizzato il suo stesso campo di battaglia: la rete.

Alla campagna ha aderito anche Shady Ammane, cittadino elvetico di origine siriana, insegnante di storia e letteratura, che peraltro ha anche lanciato una flashmob per sabato a Ginevra, città dove vive.

“Penso che se non si è capaci di reagire allora c’è un problema”, ha detto in un’intervista concessa alla RSI. “Prima dell’IS sapevamo che esisteva il terrorismo, che c’erano rapimenti, ma non ci giungeva un’immagine così forte della cosa. Ora invece la violenza ci colpisce dritto in faccia. Siamo costretti a rispondere e in modo molto più visibile di prima e dobbiamo farlo come l’IS in maniera diretta e moderna”.

L’intervista integrale nel file che segue.

RG delle 18.30 del 25.09.14; intervista a cura di Anna Valenti

RSI New Articles 26.09.2014, 00:38

RG/Red. MM

Ti potrebbe interessare