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Parigi, la guerra in tempo di pace (4)

Vite ingabbiate da leggi speciali - Storia di Issa e Halim, sospettati di terrorismo, ora cittadini normali

  • 7 March 2016, 05:58
  • 7 June 2023, 16:03

Gli innocenti dello Stato d'emergenza - di Lorenzo Giroffi

RSI Mondo 07.03.2016, 06:46

  • Lorenzo Giroffi


Quando inizia l’intervista suona una sveglia. Il telefono ricorda ad
Issa la firma. È solo da qualche giorno, infatti, che il commerciante di origini algerine non ha più l’obbligo di recarsi al commissariato, per firmare il modulo di presenza. Issa si è però dimenticato di togliere l'appuntamento dal cellulare. Così, l'azione che ha segnato le giornate di un padre di famiglia - ritrovatasi col marchio di terrorista dall’oggi all'indomani - torna a galla.

B. Issa, sospettato di terrorismo. Da qualche giorno è nuovamente "cittadino normale"

B. Issa, sospettato di terrorismo. Da qualche giorno è nuovamente "cittadino normale"

  • Lorenzo Giroffi


Essere sospettati in tempo di "Leggi speciali "vuol dire trovarsi ad essere oggetto di un provvedimento senza potersi appellare alla giustizia. Basta il sospetto per trasfromarsi in cittadino "sorvegliato" e "imbrigliato". Certo, poi scattano le verifiche, ma il più delle volte sono lente. Anche
Halim è stato raggiunto dallo stesso provvedimento. Come per Issa: obbligo di firma in prefettura dalle tre alle quattro volte al giorno, restrizioni sui posti da raggiungere e sugli orari di uscita. “Io però non odio la Francia, perché è il mio Paese. Io non sono tunisino. Sono originario della Tunisia, ma sono nato qui. Sono cresciuto ed ho studiato a Parigi. Sono stato accusato di estremismo religioso per la mia appartenenza alla comunità islamica. Ho cercato aiuto tra i miei concittadini francesi, al di là della confessione religiosa e l'ho trovato”.

Halim, nato a Parigi, origini tunisine. Sospettato di terrorismo. Ora "cittadino normale"

Halim, nato a Parigi, origini tunisine. Sospettato di terrorismo. Ora "cittadino normale"

  • Lorenzo Giroffi

Halim e Issa sono stati prima accusati, ma poi aiutati dalle istituzioni francesi. Le accuse rivolte contro di loro, portate avanti dalla prefettura e dalle leggi speciali, sono state smantellate dal consiglio di Stato. Arrivare a questi risultati però è complicatissimo, perché in isolamento avere un rapporto con un avvocato non è evidente. “L’ansia di doversi recare al commissariato ogni giorno, rischiando di perdere la famiglia e scontare una pena in carcere solo per una firma dimenticata è un incubo”.

Le telecamere si spengono. La vita di due innocenti, cadute le accuse, può riapproppiarsi della normalità. La Francia è, sempre e comunque ancora, in Stato d’emergenza.

Lorenzo Giroffi/Red.MM

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