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Parkland, mea culpa dell'FBI

Gli investigatori ammettono di essere stati avvertiti e di non aver indagato. La strage nella scuola in Florida si sarebbe potuta evitare

  • 16 February 2018, 19:39
  • 8 June 2023, 14:20
Un manifestante protesta contro la libera vendita di armi, supportata dalla NRA

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L'FBI ha ammesso di aver ricevuto, il 5 gennaio, un rapporto su Nikolas Cruz, l'autore della strage di mercoledì nella scuola di Parkland in Florida, costata la vita a 17 persone. Nel dossier si ipotizzava che Cruz stesse pianificando un attacco. In una dichiarazione, rilasciata venerdì, l'agenzia investigativa federale ha riconosciuto che l'informazione avrebbe meritato un'indagine approfondita che, invece, non venne svolta. L'FBI esprime rammarico "per l'ulteriore dolore che ciò ha provocato in coloro coinvolti in questa orribile tragedia".

Stando a quanto riferisce l'FBI, le indicazioni ricevute su Cruz avvertivano sul fatto che il giovane potesse "potenzialmente condurre una sparatoria a scuola" sulla base del fatto che aveva manifestato "desiderio di uccidere, comportamento sopra le righe e postato messaggi inquietanti su social media". Informazioni che l'agenzia avrebbe dovuto analizzare e trasmettere all'ufficio competente. "Abbiamo stabilito che questo protocollo non e' stato seguito", si legge nella nota, "le informazioni non furono inviate all'ufficio di Miami e all'epoca non furono condotte ulteriori indagini".

AP/ATS/M. Ang.

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