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Poltrone in discussione

Il risultato delle elezioni europee lascia aperta la questione delle presidenza della Commissione e ha conseguenze anche nei singoli paesi

  • 27 May 2019, 22:25
  • 9 June 2023, 09:54

Europee, alla ricerca di una maggioranza

Telegiornale 27.05.2019, 22:00

Di: TG/RG/ATS/AFP/pon

L'esito (non ancora definitivo ma già ben definito) delle elezioni europee di questo fine settimana apre le discussioni sull'attribuzione delle poltrone nel prossimo Esecutivo dell'UE, a cominciare da quella del presidente della Commissione. Il tedesco Manfred Weber, che sembrava predestinato a occuparla ma che deve fare i conti con la perdita di peso del gruppo dei popolari da lui guidato, domenica aveva rivendicato il primato del PPE, ma lunedì ha invitato i capogruppo di socialisti, verdi e liberali per discutere della questione. I popolari escludono qualsiasi collaborazione con formazioni estremiste.

RG 18.30 del 27.05.2019 Le richieste del belga Philippe Lamberts, capogruppo dei Verdi al Parlamento europeo

RSI Mondo 27.05.2019, 21:18

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Più che di poltrone, gli ecologisti (tra i grandi vincitori di domenica) hanno però detto di voler discutere di programmi in senso più sociale ed ecologico: "Vogliamo pesare sulle scelte politiche, un cambiamento profondo della via neoliberale intrapresa 30 anni fa", ha affermato il capogruppo Philippe Lamberts. "In quel caso, siamo disposti a contribuire alla costituzione di una maggioranza, altrimenti si faccia senza di noi".

RG 18.30 del 27.05.2019 Come valutare l'onda verde? L'intervista di Thomas Paggini a Swen Hutter, professore di sociologia politica alla Freie Universität di Berlino

RSI Mondo 27.05.2019, 22:08

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Le discussioni sui nomi non si fanno però solo a livello di gruppi, ma anche di capi di Stato e di Governo, con Emmanuel Macron particolarmente attivo nel chiedere mano libera per gli Stati membri. Già domenica sera ha avuto un colloquio con la cancelliera tedesca Angela Merkel, lunedì è stata la volta del premier spagnolo Pedro Sanchez. Altri appuntamenti sono previsti prima del vertice europeo straordinario di martedì. Alla successione di Jean-Claude Juncker possono aspirare anche il numero uno dei social-democratici, Frans Timmermans, e la liberale danese Margrethe Vestager, già commissaria europea. Sarebbe la prima donna ad accedere a quella carica. Parigi non vuole però che si ci si limiti agli "Spitzenkandidat" e tutto lascia intendere che voglia in lizza anche un suo nome, che potrebbe essere quello di Michel Barnier, il negoziatore con Londra per la Brexit.

I risultati ancora provvisori

I risultati ancora provvisori

  • Parlamento europeo

Il nuovo Parlamento si tinge di verde e nero

Telegiornale 27.05.2019, 22:00

In base ai risultati ancora provvisori, nel nuovo emiciclo il PPE potrà contare su 180 seggi, i social-democratici su 146, i liberali su 109 e i Verdi su 69. Il gruppo che comprende il Rassemblement National di Marine Le Pen in Francia e la Lega di Matteo Salvini in Italia si ferma a 58, ma i due leader sperano di riuscire a federare una più vasta alleanza sovranista e populista, magari con il Brexit Party di Nigel Farage vincitore in Gran Bretagna (però allo stato attuale delle cose in uscita dall'Unione il 31 ottobre) o il Fidesz di Viktor Orban (13 seggi in Ungheria).

Da Bruxelles, Tomas Miglierina

Telegiornale 27.05.2019, 22:00

In quell'area euroscettica si situavano nell'ultima legislatura altri due gruppi, l'EFDD che comprende fra gli altri il Movimento 5 Stelle (54 deputati) e i conservatori e riformisti europei dell'ECR (59, con tories britannici e Diritto e giustizia, al potere in Polonia), ma ci sono sensibilità diverse e non tutti vorranno associarsi.

I riflessi nazionali

Il voto europeo pesa anche all'interno dei confini nazionali in diversi paesi. In Francia Marine Le Pen non ha esitato domenica a chiedere lo scioglimento dell'Assemblea Nazionale. Sconfitto in Grecia Alexis Tsipras ha subito promesso elezioni anticipate e anche se vincitore in Austria, Sebastian Kurz non è sfuggito al voto di sfiducia di lunedì.

Una notte al PE: chi sorride e chi meno

Telegiornale 27.05.2019, 22:00

In Germania ci si interroga sul futuro della Grosse Koalition: a farla cadere potrebbe essere l'SPD, crollata al 15,8% (la prima volta sotto il 20% dal 1933) e superata dagli ecologisti. La presidente Andrea Nahles non ha voluto per ora lasciare il posto (anche se non esclude dimissioni nelle prossime settimane) e insiste per restare nel Governo, ma attorno a lei il malcontento cresce. Non ridono nemmeno i conservatori di CDU e CSU: il 28% di domenica è il peggior risultato di sempre in un'elezione a livello nazionale, anche se è bastato per il primo posto. Anche qui la presidente è sulla graticola: Annegret Kramp-Karrenbauer, che ha raccolto il testimone da Angela Merkel, ha ammesso errori.

RG 18.30 del 27.05.2019 La corrispondenza di Claudio Bustaffa

RSI Mondo 27.05.2019, 22:25

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In Italia a leccarsi le ferite sono i Cinque Stelle: "Non voglio stare qui a parlare politichese, per noi le elezioni europee sono andate male", ha ammesso Luigi Di Maio, presentandosi alla stampa 12 ore dopo la chiusura dei seggi". Escluse però le dimissioni, anzi, si rilancia chiedendo al premier Giuseppe Conte un vertice di Governo per "mantenere le promesse fatte agli italiani". Restano però i litigi e le divergenze con l'alleato Matteo Salvini, che domenica, invece, ha vinto.

Gli effetti sull'economia

RG 18.30 del 27.05.2019 L'approfondimento di Marzio Minoli

RSI Mondo 27.05.2019, 22:31

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Un Parlamento europeo frammentato, più difficile da decifrare, creando incertezza potrebbe infine essere nemico dell'economia, che resta in attesa di conoscere il nome non solo del prossimo presidente della Commissione. Quest'anno andrà scelto anche il successore di Mario Draghi alla guida della Banca centrale europea e una nomina potrebbe influenzare l'altra (un tedesco a Bruxelles, un francese a Francoforte, per esempio).

UE, chi al posto di Juncker?

Telegiornale 28.05.2019, 22:00

Da Bruxelles Tomas Miglierina

Telegiornale 28.05.2019, 22:00

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