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Proteste da Calais a Parigi

Manifestazioni dei migranti a seguito degli sgomberi nel campo della cittadina nel nord della Francia

  • 4 March 2016, 22:36
  • 7 June 2023, 16:06

VIDEO - Scontri durante gli sgomberi del campo profughi

RSI Mondo 04.03.2016, 23:40

I fatti di Calais sono arrivati fino a Parigi. Gli sgomberi dell’area sud del campo profughi della cittadina francese, che fa da sponda al mare inglese, hanno avuto una forte eco in tutta la comunità dei rifugiati presente in Francia.

Il tribunale amministrativo di Lille ha deciso che il campo, meglio noto come la giungla di Calais, deve essere in parte distrutto per ragioni di sicurezza. Più di tremila persone abitano il campo, ma la parte sgomberata vedeva protagonisti circa mille migranti, che hanno provato a resistere alle ruspe, schierandosi contro la polizia e protestando con manifestazioni anche plateali come la cucitura delle labbra. Il tutto però non ha impedito lo sgombero dell’area sud. Il ministero degli interni ha assicurato che tutti gli abitanti della giungla, che hanno perso il proprio accampamento, saranno accolti in nuove strutture nell’area nord del campo o in altri centri d’accoglienza del Paese. Molti dei rifugiati però si sono opposti allo sgombero, perché impauriti proprio dalla possibilità di lasciare Calais, così vicina all’Inghilterra, meta agognata dalla maggioranza delle persone che transitano per la cittadina del nord della Francia.

Proteste per gli sgomberi si sono avute anche a Parigi.

Da Gare du Nord è partito un corteo di migranti di varie nazionalità, che a gran voce ha chiesto più tutele al governo, urlando i principi della repubblica francese: libertà, fraternità ed uguaglianza. Ci sono stati anche attimi di tensione con la polizia, ma il tutto è poi rientrato.

Associazioni in difesa dei diritti dei migranti si stanno mobilitando per presentare un ricorso al consiglio di Stato francese contro gli sfratti effettuati a Calais. Invece il presidente François Hollande ha chiesto a tutte le autorità di essere garanti dei diritti dell’uomo, ma allo stesso tempo di far capire all’esterno del Paese che arrivare a Calais, per raggiungere la Gran Bretagna, non è una buona idea.

Lorenzo Giroffi

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