Il Senato degli Stati Uniti ha approvato a stragrande maggioranza l’attesa riforma del sistema penale (87 i favorevoli, una dozzina i contrari). Una proposta sostenuta da gran parte dei repubblicani e dei democratici, appoggiata anche dal presidente Donald Trump. La nuova legge ridurrà le massicce incarcerazioni per reati non violenti e di droga. L’importante provvedimento dovrebbe superare senza sorprese il voto della Camera e l’inquilino della Casa Bianca dovrebbe ratificarlo nei prossimi giorni.
Con quasi 2,3 milioni di detenuti, gli USA hanno il tasso di carcerazione più alto al mondo. Per ovviare a questo sovraffollamento degli istituti penali, la riforma prevede, tra l’altro, che in caso di condanna in terzo grado la pena massima sarà di 25 anni e non più l’ergastolo come capita oggi. Saranno inoltre aumentati i programmi di reinserimento e il luogo di carcerazione potrà essere al massimo a 800 km dalla residenza del condannato.
Il limite della riforma, comunque sostenuta da molte organizzazioni della società civile, dai repubblicani e dai democratici (e che rappresenta una chiara vittoria politica per il presidente Trump), è che la stessa si applica solo per i reati federali, il 10% del totale.
RG/EB/Swing