L'avvio della presidenza di turno romena del Consiglio d’Europa non è ancora iniziato ufficialmente che subito fa discutere il ricorso del presidente del Partito socialdemocratico e presidente della Camera dei deputati di Bucarest, Liviu Dragnea, alla Corte di Giustizia europea proprio contro la Commissione europea, in relazione a un rapporto secondo cui quest’ultimo sarebbe coinvolto in una frode con fondi comunitari.
Il ministro degli Esteri Teodor Viorel Melescanu (Liberali) ha difeso giovedì il politico nel mirino comunitario, affermando che “tutti sono innocenti fino a prova contraria e Dragnea ha tutto il diritto, come chiunque altro, a provare la sua innocenza”. Melescanu è stato sollecitato dalle domande della stampa internazionale arrivata a Bucarest per seguire gli incontri in occasione dell'avvio della presidenza di turno.
Ma al di là del caso Dragnea, la corruzione che dilaga nella nazione (già a novembre la Commissione europea aveva avvertito la Romania del rischio di un allontanamento dai progressi registrati dalla sua adesione all'UE) non è l'unica questione che preoccupa.
Romania alla guida dell'UE
Telegiornale 01.01.2019, 21:00
Bruxelles segue infatti con una certa apprensione le riforme della giustizia volute dal Governo guidato da Viorica Dancila, che pongono dubbi sul rispetto dello stato di diritto e l'indipendenza della magistratura, e che negli ultimi mesi hanno scatenato dure proteste di piazza.