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Siria, "la missione non è compiuta"

Reazioni contrastanti dopo l’annuncio di Donald Trump di voler ritirare le truppe statunitensi dal paese arabo; ma la Russia plaude

  • 20 dicembre 2018, 08:30
  • 9 giugno 2023, 04:54

RG 07.00 del 20.12.2018: la corrispondenza di Emiliano Bos

RSI Mondo 20.12.2018, 08:37

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Di: RG-Emiliano Bos/Red.MM

“È il momento per le nostre truppe di tornare a casa”. Si è espresso così il presidente statunitense Donald Trump in un videomessaggio pubblicato su Twitter, nel quale ha affermato di avere sconfitto lo Stato islamico (IS) in Siria. “Missione compiuta”, dice l’inquilino della Casa Bianca e capo delle forze armate.

Non la pensano così gli esperti del Pentagono, secondo cui in territorio siriano sono presenti ancora oltre 14'000 combattenti dell’IS. L’annuncio di Trump ha colto di sorpresa anche lo stesso dipartimento di Stato, ma secondo il presidente non è più necessario mantenere nel paese arabo circa 2'000 militari delle forze speciali.

Immediate le reazioni: una decina di senatori democratici ma anche repubblicani hanno definito “un errore costoso” il ritiro, che rafforzerebbe lo Stato islamico e anche il regime del presidente siriano Bashar al-Assad.

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Soddisfatti invece i russi, secondo cui il disimpegno delle forze statunitensi faciliterà la transizione in Siria, appoggiata anche da Iran e Turchia. E proprio i turchi potrebbero presto dare avvio a un’operazione militare nel nordest della Siria, contro i gruppi armati a maggioranza curda finora sostenuti da Washington. “Siamo stati abbandonati”, ha detto un loro portavoce. Nel frattempo, la Casa Bianca ha annunciato la vendita di missili alla Turchia, per un valore di oltre 3,5 miliardi di dollari.

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