Selahattin Demirtas e Figen Yuksekdag, i due copresidenti del Partito democratico del popolo (il HDP, che sostiene la causa curda), sono stati arrestati nella notte di giovedì 3, assieme ad altri nove parlamentari. Qualche ora dopo – era già la mattinata di venerdì 4 - una forte esplosione ha fatto 8 morti e un centinaio di feriti a Diyarbakir, città a del sudest della Turchia, già teatro di proteste il 30 ottobre.
Selahattin Demirtas e Figen Yuksekdag
Gli arresti di ieri sera (giovedì) - per i quali l'UE ha dichiarato "estrema inquietudine" - sono giunti a quasi 4 mesi da un tentativo di golpe. I motivi dell'arresto non sarebbero però legati al fallito colpo di Stato; bensì al rifiuto delle persone fermate di "testimoniare sulle attività di propaganda terroristica di stampo curdo".
Esplosione a Diyarbakir
EBU 04.11.2016, 08:13
I fatti della notte fanno eco allo scambio di opinioni avvenuto ieri a Berna durante la visita del ministro degli Esteri di Ankara, Mevlüt Çavuşoğlu. Quest'ultimo era stato ricevuto dal consigliere federale Didier Burkhalter, che ha espresso le sue preoccupazioni proprio per l'ondata di arresti e licenziamenti, operati dopo il golpe di luglio.
"La dichiarazione dello stato d'emergenza nel paese – ha detto Burkhalter – non esonera la Turchia dal rispetto degli obblighi internazionali in àmbito di diritti umani".
Reuters/Dek
Dal TG 12.30:
04.11.2016: Attentato e nuovi arresti in Turchia