"Un eroe di guerra", "uno statista", un "leader politico", un "gigante del Senato": pioggia di riconoscimenti, bipartisan, negli Stati Uniti, per Bob Dole, l'ex senatore e candidato presidenziale Repubblicano, morto a 98 anni per un cancro ai polmoni.
Una figura che ha segnato la storia politica americana, anche se ha fallito tutti i tentativi di arrivare alla Casa Bianca. E che aveva fatto breccia anche in Italia, dove aveva combattuto da ufficiale contro i nazisti, rimanendo gravemente ferito da una mitragliatrice alla spalla e a un braccio nell'aprile del 1945 durante una battaglia a Castel d'Aiano, sugli appennini bolognesi.
Conservatore e fieramente repubblicano, Dole ebbe però uno stile pragmatico e uno spirito bipartisan, giocando un ruolo chiave nell'allargamento della legge sui diritti di voto del 1982 e nell'adozione della legge sui disabili nel 1990. Ma anche nell'istituzione della festività di Martin Luther King, che molti nel suo partito avversavano.