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Una notte in bianco non basta

Il Consiglio per nominare i vertici delle istituzioni UE finora non ha dato frutti. Angela Merkel contestata in seno al PPE

  • 1 July 2019, 07:37
  • 9 June 2023, 11:07

RG 07.00 del 01.07.19: la corrispondenza di Tomas Miglierina

RSI Mondo 01.07.2019, 09:29

  • Keystone
Di: Diem/ATS

Gli incontri bilaterali proseguiti durante tutta la notte tra domenica e lunedì non hanno portato alla definizione dei futuri vertici delle istituzioni dell'Unione Europea. Terminata la sessione plenaria del Consiglio europeo attorno a mezzanotte, il presidente Donald Tusk ha proseguito le consultazioni dei leader presenti a Bruxelles per trovare una via di uscita dall'impasse nella ripartizione dei quattro ruoli chiave. A complicare la situazione c'è anche la delicata situazione interna al Partito popolare. Al prevertice Angela Merkel, che ad Osaka aveva accettato il compromesso con Emmanuel Macron, è stata apertamente contestata per la disponibilità a cedere a socialisti e liberali due delle tre cariche attualmente del PPE. La cancelliera tedesca si ritrova così in una situazione di debolezza senza precedenti.

RG 12.30 del 01.07.19: la corrispondenza di Walter Rauhe sui timori a Berlino di una perdita di influenza

RSI Mondo 01.07.2019, 15:10

Nonostante la notte in bianco e l'annuncio del presidente (su Instagram ha scritto "Ci siamo quasi..."), un accordo appare ancora lontano, stando quando reso noto da altri partecipanti, come il premier italiano Giuseppe Conte. E l'ipotesi della necessità di convocare un nuovo summit da tenersi tra alcune settimane (forse il 15 luglio) è stata evocata da diverse delegazioni dei 28 Stati membri. La riunione plenaria riprenderà lunedì mattina e sorprese non sono escluse.

Un socialista alla Commissione europea?

Telegiornale 30.06.2019, 22:00

Dopo la rinuncia dei popolari a sostenere la candidatura di Manfred Weber alla successione di Jean-Claude Juncker, un'intesa per designare il socialdemocratico olandese Frans Timmermans alla presidenza della Commissione sembrava possibile, ma le discussioni si sarebbero arenate sulla presidenza del Consiglio, sull'Alto rappresentante (il capo della diplomazia) e sulla presidenza della Banca centrale.

Per raggiungere una maggioranza (servono 21 voti su 28), da sciogliere ci sono nodi partitici dopo che le le ultime elezioni hanno modificato i rapporto di forza, di genere (la Francia ha chiesto la designazione di due donne) e di rappresentanza geografica.

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