Una raccolta fondi per il muro

In questi giorni una deputata repubblicana del Tennessee (USA) ha proposto una sottoscrizione popolare, come se fosse una raccolta fondi per un'iniziativa di beneficenza, per costruire l’annunciato muro al confine col Messico, voluto da Donald Trump.

Molte volte in campagna elettorale lo stesso inquilino della Casa Bianca incalzava le folle chiedendo "chi avrebbe pagato" la barriera di divisione tra Messico e Stati Uniti, per sentire una folla eccitata rispondere "il Messico". Quel muro è diventato poi il luogo simbolico dove Trump ha affisso il manifesto elettorale della sua politica anti immigrati: simbolico perché nulla è stato poi costruito malgrado la sua promessa. Non solo il Messico non pagherà e il congresso di Washington, a maggioranza repubblicana, non ha ancora stanziato i fondi chiesti dal presidente. Per questo, la deputata conservatrice Diane Black ha presentato un disegno di legge insolito, una raccolta fondi, destinato a finanziare il più ambizioso dei progetti di Trump.

Per ora nessun cantiere è in opera, esistono solo 8 prototipi della barriera in mostra al confine con il Messico. La normativa elaborata propone al ministero del Tesoro di raccogliere donazioni private. Sui social media non mancano le proteste di chi ritiene che sarebbe meglio raccogliere fondi pubblici da destinare alla famiglie delle vittime delle stragi con armi da fuoco o a quelle dell'uragano a Porto Rico.

RG/sdr